I SOCIALISTI VERSO LE ELEZIONI REGIONALI
con una lista riformista, laica e
ambientalista arricchita da peculiarità civiche e locali
Le dimissioni del presidente Errani a seguito
della nota vicenda giudiziaria hanno interrotto anticipatamente la consigliatura
regionale e l'Emilia Romagna sarà chiamata al voto nel prossimo mese di
novembre. Intanto, domenica 28 settembre si svolgeranno le primarie di
coalizione per designare il candidato presidente del centro sinistra. I
contendenti sono Roberto Balzani già sindaco di Forlì, Stefano Bonaccini
segretario regionale del PD e Matteo Richetti presidente uscente del consiglio
regionale. Tutti e tre "renziani", ma ben diversi fra loro, a
rimarcare una minore o maggiore distanza dalla continuità con i 15 anni di
presidenza Errani. Alle primarie parteciperanno gli iscritti e gli elettori del
Centro Democratico, della Federazione dei Verdi, dell'Italia dei Valori, del
Partito Democratico, del Partito Socialista e di Scelta Civica. Si è così
delimitato, in prima approssimazione, il campo della sinistra di governo della
regione.
Le elezioni anticipate e la nuova legge elettorale approvata a poche ore dalla
fine della consigliatura impongono una accelerazione delle decisioni che non
consente un dibattito sufficientemente approfondito su come evitare che, in
questa situazione, per le formazioni minori del centro sinistra la sottile
differenza tra continuare ad esistere o perire diventi insormontabile.
Bisognerà perciò poter contare sullo straordinario impegno dei militanti che
vada alla sostanza delle cose possibili e giuste da farsi e perché affrontino
le primarie con un atteggiamento quanto più possibile finalizzato al miglior
risultato, ma soprattutto consentano, con il loro impegno, al Partito di
affrontare al meglio la prova elettorale di novembre.
Se ci è chiaro che da soli e senza altri apporti non possiamo ottenere un
risultato elettorale utile, dobbiamo individuare un percorso che ci consenta di
traghettare nel futuro la matrice originale del riformismo, evitando di disperderla
come accadrebbe se accettassimo di riconoscerci tout court nel PD quale novello
membro del Partito Socialista Europeo. Un'operazione non facile, occorre
riconoscerlo. Nelle situazioni difficili si usa dire "prima vivere e
soltanto dopo filosofeggiare", eppure è il pensiero che precede l'azione e
non ci pare azzardato sostenere che, prima o poi, dovremo porci il problema di
quale nuova prospettiva politica dare al socialismo riformista e con quale
abito vestirlo.
Dopo la positiva esperienza di Forlì, questo potrebbe proprio essere una
sintesi rossoverde arricchita da peculiarità civiche e locali, connotata da
idealità e programmi riformisti, laici, ambientalisti e territoriali. È in
fondo questa l'aggregazione di idealità, movimenti e formazioni politiche che
assieme ai socialisti costituisce in quasi tutta Europa l'ossatura della
sinistra di governo alternativa alle destre liberiste, democristiane e
conservatrici. Raccogliere attorno a noi vecchie e nuove sensibilità
provenienti da tradizioni politiche diverse, ma affini e oggi presenti anche in
un civismo diffuso, ci pare un modo concreto per tornare ad operare dal basso,
nelle realtà locali, proprio come alle nostre origini. Se tutto questo sarà
soltanto un cartello elettorale o, piuttosto, un progetto di più lunga lena e
ripetibile nel tempo, lo diranno i fatti e la buona volontà di quanti vi
concorreranno.
Federazione Psi di Ravenna