mercoledì 1 agosto 2012

I buoni e i cattivi secondo il Sindaco Fabrizio Matteucci

I buoni e i cattivi secondo il Sindaco Fabrizio Matteucci

Detto “il Giusto”

“Come è Giusto Lei … Signor Sindaco” direbbe Fantozzi nel solito tono servile.

È lui, infatti, che garantisce per la probità di Errani, così come rassicurava la Curia sullo scandalo Galletti-Abbiosi, che tale resta nonostante l’archiviazione. È ancora lui ad escludere ogni responsabilità del Comune sul buco plurimilionario del Consorzio. Non lo dice, ma forse lo pensa, che a incendiare la riserva naturale di Lido di Dante sono stati i naturisti.

Non si può dire se Errani sia innocente o colpevole, e proprio per questo non si possono chiedere, finché la verità sarà accertata, le sue dimissioni. Il fatto è che non si può sostenere di essere diversi dagli altri perché, diversamente da loro, quelli del PD, se inquisiti per reati a danno della Pubblica Amministrazione, si dimettono. Dunque, si dovrebbe dimettere per coerenza, dimostrando così la sua probità anche nel mantenere fede a ciò che dice.

Poco importa che, con l’archiviazione, Mons. Verrucchi sia personalmente risultato esente da colpe. Il punto è se ci siano state violazioni del lascito testamentario e uso improprio di denaro pubblico, tali da doversi procedere all’esproprio a favore della comunità; ma né lo Stato né il Comune hanno ritenuto di agire in tal senso.

Sul Consorzio, anche non volendo pensare male, si potrà almeno dubitare della responsabilità politica insita nella colpa in vigilando?

So bene che, dopo il disastro ambientale, fare polemica è un po’ come gettare sale sulla ferita; ma  dire, come il Sindaco dice, che dopo il risanamento si dovrà limitare l’uso antropico (come è giusto) e, in quei limiti, chiarire che la fruizione sarà di tutti, nasconde non poche insidie: sospettiamo infatti che, per Matteucci, tutti non significhi tutti-tutti, ma tutti escluso qualcuno che non fa parte dei tutti, i naturisti.

Dovrebbe essere chiaro che i piromani non possono essere stati gli ambientalisti (sarebbero degli strani ambientalisti), né gli speculatori da decenni fuori gioco (con una legge nazionale che impedirebbe comunque ogni speculazione), né infine i naturisti: il cui prodest dice, anzi, che è proprio contro di loro e contro la loro presenza, semmai, che qualche criminale ha agito.

Per ora si pensi a vincere la sfida del tempestivo ripristino ambientale. Ma poi verrà il tempo di rimettere in sesto l’economia turistica della località che, se dovesse ridursi all’autosufficienza dei due campeggi, ai quattro stabilimenti balneari, ai residenti e alle seconde case, sarebbe destinata a un rapido declino.

Ravenna, 30 luglio 2012

C. Lorenzo Corelli (PSI)