mercoledì 31 luglio 2013

TORNANO I "CICLISTI ROSSI" DI ANDREA COSTA

A cento anni dalla loro costituzione in Federazione Nazionale TORNANO I "CICLISTI ROSSI" DI ANDREA COSTA con una pedalata da Faenza a Imola promossa dalla Federazione Giovanile Socialista e dal Partito Socialista in collaborazione con la UISP. Si parte da Faenza alle ore 9:00 di domenica 22 settembre 2013 e si arriva a Imola. Il programma dettagliato è in corso di definizione e sarà reso noto nei prossimi giorni. L'assistenza tecnica è a cura della UISP. Sono previsti eventi di celebrazione. Sono aperte le iscrizioni ad offerta libera. Ai partecipanti sarà dato in omaggio un gadget ricordo. Per info: PSI Partito Socialista via Ghibuzza 12 - 48121 Ravenna – 054435019 3336976450 – www.partitosocialistaravenna.it (Il brano che segue è liberamente tratto dal libro "Cicloturismo romagnolo" del Prof. Ennio Dirani - Edizioni ZeroLire) La bicicletta ed il ciclismo diventano popolari solo con l'inizio del secondo decennio del '900. Per ragioni economiche innanzitutto, ma anche per ragioni politiche ed ideologiche, almeno nei dirigenti dei partiti rivoluzionari, la bicicletta è considerata un passatempo delle classi agiate, i giovani contadini, operai ed artigiani hanno altro cui pensare! I fischi anticiclisti si ripeterono a lungo nell'area della sinistra italiana, e non investirono solo le due ruote, allora monopolio dei borghesi, ma tutto il versante dell'attività sportiva. La lunga persistenza di questo atteggiamento antisportivo nel campo della sinistra rivoluzionaria è collocabile intorno al 1910-12 dove si deplora con un volantino " il miserabile spettacolo d'incoscienza e di sperpero di energie che offrono tutti quei giovani ciclisti al Giro d'Italia, uno dei tanti tranelli che l'attuale sistema di governo borghese ha teso all'inconsapevole dabbenaggine delle moltitudini". Il foglio volante firmato "I giovani Socialisti, Mazziniani e Anarchici" si apre con un perentorio: Deplorate lo sport! Abbasso lo sport! Le schematiche posizioni anticiclistiche delle origini furono poi riviste ; non si trattò di una conversione di natura sportiva quanto piuttosto di una scoperta della bicicletta come strumento di lotta politica, particolarmente per le popolazioni dei centri minori e della campagne che fino ad allora avevano potuto partecipare solo marginalmente alle manifestazioni ed ai grandi comizi delle città. In Romagna, prima i repubblicani al primo convegno ciclistico regionale che si tenne a Cervia, poi i socialisti intorno al 1910, adottarono la bicicletta come mezzo di proselitismo e come strumento nella lotta di classe, soprattutto nel corso degli scioperi nelle campagne. Nacquero cosi i celebri "CICLISTI ROSSI", proprio in Romagna, ad Imola precisamente, in occasione del Congresso Socialista Regionale del 16 giugno 1912. Esattamente un anno dopo, sempre a Imola, si costituì la Federazione nazionale dei "ciclisti rossi" con intenti rigorosamente politici e non sportivi. Le potenzialità della bicicletta come strumento di lotta politica si sarebbero poi rivelate nella forma più spettacolare dodici mesi più tardi, in occasione della "Settimana rossa".

lunedì 22 luglio 2013

Pubblichiamo l'intervista del Segretario del partito apparsa oggi sul Corriere di Romagna

LA PROPOSTA A PD E A SEL Nencini: «Lista unica alle Europee» Collegamento chiaro col Pse Una mozione in Parlamento di PIETRO CARUSO FORLÌ. Dopo Guglielmo Epifani, segretario delPd, alla festa democratica al Ronco, abbiamo intervistato Riccardo Nencini, segretario del Psi Come giudica questa tormentata fase attuale emersa dopo le scorse elezioni politiche?«Dobbiamo prendere atto che è finito un ciclo politico. C’era un Patto per l’Italia con Pd e Sel e c’era un Centro imperniato su Mario Monti presidente del consiglio uscente. La sinistra non ha vinto le elezioni e il partito di centro si è di fatto dissolto. Questo è il punto. La nascita del governo di responsabilità nazionale e la sconfitta elettorale oggi obbligano a prendere atto del nuovo quadro politico e obbligano a correggere la nostra posizione e a lavorare per una cosa riformista sotto il tetto del Pse, cioè Partito Socialista Europeo». Cosa c’è di nuovo nel dibattito politico con le forze che facevano parte del patto alle politiche, vale dire Pd e Sel? «La esplicita adesione nelle dichiarazioni di Matteo Renzi e della sua area del Pd all’Internazionale Socialista fa il paio con l’iniziativa che abbiamo assunto mercoledì scorso come Psi alla Camera e al Senato di presentare la mozione che impegna il governo a recepire la raccomandazione della Commissione Europea dove si chiede ai partiti e ai parlamenti di dichiarare l’appartenenza europea e il proprio candidato alla presidenza della Commissione, in vista delle Europee 2014». Le dichiarazioni di Renzi (su La 7) evidenziavano anche il gradimento per Martin Shulz come candidato a guidare la prossima commissione europea. «Si tratta di due iniziative che potrebbero convergere. I parlamentari “renziani” sostengano la nostra mozione come noi sosterremo, quando ci sarà data l’opportunità, l’adesione del Pd all’Internazionale socialista e al Pse, dei quali facciamo parte come unico partito italiano riconosciuto».Anche Sel avrebbe fatto richiesta di aderire all’Internazionale Socialista e al Pse... «Sì, a quanto mi risulta sembra proprio così»Cosa ne discende?«Fermo restando che questo governo e questo parlamento non possono evitare di sciogliere il nodo della riforma elettorale fortemente chiesta dai più autorevoli ruoli nello Stato, credo che Psi, Pd e Sel debbano cogliere l’opportunità di presentarsi alle prossime elezioni europee del 2014 con un’unica grande lista, progressista e riformista che faccia riferimento esplicito alla famiglia politica che questi orientamenti rappresenta in Europa e nel Mondo. Sfuggire a questo dilemma non aiuterà a districare la matassa politica italiana nella quale la mancanza di solidi orientamenti rende ardua qualsiasi soluzione. La buona politica deve avere la capacità di rispondere su scala globale e non rinchiudersi in un recinto». A Venezia il prossimo ottobre il Psi svolgerà il suo terzo congresso nazionale dopo la rifondazione avvenuta nel 2008.

venerdì 19 luglio 2013

Sabato 20 luglio i Socialisti di Conselice saranno in piazza per raccogliere firme per le proposte del PSI sul LAVORO

Nelle settimane scorse, i parlamentari del Partito Socialista hanno presentato in entrambi i rami del Parlamento, tre disegni di legge sul mondo del lavoro. Le proposte riguardano la tutela dei lavoratori atipici, parasubordinati e a progetto per contrastarne la precarizzazione, il reinserimento nel mondo del lavoro dei disoccupati over 40, incentivando le aziende in caso di assunzione e una serie di misure a favore dell'occupazione giovanile e femminile al fine di agevolarne l'assunzione o la creazione di nuove imprese, attraverso la riduzione degli oneri fiscali e accesso al credito. In tutte le città italiane, l'8 giugno scorso i socialisti hanno dato avvio ad una campagna di sensibilizzazione su questi temi, attraverso una raccolta di firme per una petizione popolare, con lo scopo di rimettere al centro dell'azione di governo il tema fondamentale del diritto al lavoro, primo ed indispensabile motore per uscire dalla morsa della crisi. La Federazione provinciale del PSI di Ravenna, allestirà tavolini per la raccolta delle firme in tutta la provincia. Sabato 20 luglio si potrà firmare dalle 9,30 alle 12,00 in piazza Foresti a Conselice dove verrà anche distribuito materiale informativo.

Condiderazioni dall'Occhio del Bue...www.locchiodelbue.it

Leghismo razzista 15 LUGLIO 2013 di Mauro Del Bue Che ai leghisti diano fastidio i neri lo sapevamo. La nomina della Kyenge a ministro era stata così commentata da Borghezio: “Questo è il governo del Bonga Bonga”. Una militante di Padova, poi espulsa, aveva auspicato che la Kienge venisse addirittura stuprata. Il bossiano Boso si era augurato che il ministro tornasse in Congo, Borghezio l’aveva verbalmente aggredita all’Europarlamento, mentre militanti leghisti l’avevano circondata a Bergamo in occasione di una sua visita. Maroni, certamente più moderato e forse anche irritato per questi toni, ha però attaccato fortemente, e con lui Salvini, il presidente della Camera Boldrini accusandola di avere proposto nientemeno che lo “ius soli” in luogo dello “ius sanguinis”, che i leghisti difendono, a proposito di cittadinanza italiana per i bambini che nascono in Italia. Cos’altro devono affermare i leghisti per essere definiti col loro nome, con quello che meritano, con quello che in tanti ancora tardano a pronunciare, e cioè razzisti? Quando la differenza che si coglie è nel colore della pelle o nell’origine della persona, che pure vive in Italia ed è cittadina italiana, si esprime una tendenza razzista. Quando si introduce una differenza tra un bambino nato in Italia da un padre italiano e un’altro nato in Italia da un padre non italiano, si afferma una discriminazione secondo la razza. Il sangue del padre si riversa sul figlio che fino alla maggiore età non potrà essere uguale ai suoi compagni di banco a scuola. Di che carattere è questa separazione? Sempre di razza. Che dire poi delle scuse di Calderoli che peggiorano la sua posizione, anzi la chiariscono, laddove egli si è augurato che la Kienge possa fare il ministro, ma in Congo. Se fosse di provenienza svedese si sarebbe augurato la stessa cosa? E’ la sua pelle e la sua origine africana che lo turba e lo inquieta. Credo che la Lega sia mai come oggi avversa alle prediche papali. Basterebbe leggere il discorso di Francesco a Lampedusa e accorgersi di come i leghisti, generalmente cattolici, siano oggi lontanissimi dal Papa e dal suo messaggio etico. Il leghismo nostrano nacque su questioni fiscali, quanto mai attuali, poi si indurì in un antimeridionalismo e ancor più in un atteggiamento generalizzato contro gli immigrati extracomunitari. In quest’ultima fase si è disvelata anche la sua dimensione chiaramente razzista. Un leghismo bianco, sulla scorta dei peggiori movimenti che in America sono proliferati negli anni passati. Ve l’immaginate Borghezio col cappuccio bianco?

Un Papa socialista? di Mauro Del Bue

Un Papa socialista? di Mauro Del Bue Camillo Prampolini sosteneva che Gesù Cristo era stato il primo socialista. Pubblicò su questo tema la sua Predica di Natale il 25 dicembre del 1897. Poi continuò con parabole e racconti che accomunavano i valori cristiani a quelli socialisti. Egli contrapponeva entrambi alla Chiesa del suo tempo, così poco cristiana da scomunicarlo due volte proprio per questa sua eretica commistione. Era la Chiesa dei ricchi e dei preti che predicavano bene e razzolavano male. La Chiesa che si alleava coi borghesi e i conservatori contro i socialisti. Oggi Papa Francesco, che non a caso ha assunto il nome dal frate di Assisi, il prete dei poveri e della natura, ha voluto dedicare il suo primo significativo viaggio agli immigrati di Lampedusa. E nell’isola, collocata all’estremo lembo italiano, ha lanciato la sua crociata contro la globalizzazione dell’indifferenza. Ha salutato i clandestini come figli di Cristo e ha avuto parole di cristiana pietà per i morti, esaltando il pianto e accusando chi si ritiene innocente. Viene alla mente un canto del maggio del 1968 ripreso da Fabrizio De Andrè: “Anche se voi vi sentite assolti siete per sempre coinvolti”. Non solo una predica, dunque, caro Cicchitto, ma una presa di coscienza politica dei danni di un assetto del mondo fondato ancora sul disequilibrio e l’ingiustizia. Cosa deve dire un Papa che abbia a cuore i valori cristiani, quelli di amore per il prossimo, quelli di giustizia e solidarietà, che certo sono anche quelli propri dell’umanesimo socialista, non certo del socialismo scientifico, né tanto meno del leninismo? I valori non violenti e pacifici che Cristo ci ha tramandato e che un filone del socialismo ha fatto propri? Che il Papa sia diventato socialista? Avvisate per favore Camillo Prampolini, risvegliatelo dall’eterno riposo, perché la novità è di quelle che non si possono perdere. Quello che mi ha affascinato nei turbolenti e luttuosi giorni del G8 di Genova non è stata certo la manifestazione violenta dei No global, né son state le consuete e desuete parole d’ordine che inneggiavano alla rivolta. No. Quel che mi ha incuriosito e anche stuzzicato era quello slogan di un gruppo di manifestanti che scandiva una frase, ritmandola: “Siamo tutti clandestini”. In fondo è vero. Solo il caso ci ha fatto nascere in un Paese e non in un altro. E questo non ci dà il diritto di vedere morire senza un profondo senso di colpa coloro che tentano di fuggire dalla miseria e dalla morte. Il Papa c’è l’ha voluto ricordare. E noi non dobbiamo dimenticarcelo nella politica quotidiana e nelle leggi che ci apprestiamo a varare. Certo queste convinzioni non possono portare all’accoglienza assoluta. E questo non perché in sé non sarebbe giusto, ma perché provocherebbe l’effetto opposto. Non solo la reazione dei residenti, ma anche la mancata risposta agli immigrati. Che hanno bisogno di lacrime, ma soprattuto di risposte concrete. Ma senza pietà e senza il dispiegamento del valore della giustizia gli egoismi nazionali, in perfetto stile leghista, saranno d’ora in poi tutelati contro il volere del Papa. C’è da giurarlo…

mercoledì 10 luglio 2013

Comunicati della Sez. "A. Costa" di Santarcangelo di R. e Valmarecchia sulla recente crisi politica nella maggioranza

Sulla crisi politica nella maggioranza 1. Massima disponibilità sul piano politico e programmatico a rimettere in discussione, fin da subito, tutte le principali questioni che riguardano il governo della città col fine di evitare il commissariamento e aprire una stagione di ulteriori riforme, nel pieno rispetto delle istituzioni democratiche e senza concessioni alla demagogia e al populismo, anche se camuffati di democrazia diretta e partecipazione. 2. La posizione dei Socialisti è sempre stata all’insegna della più assoluta lealtà politica nei confronti del sindaco, degli alleati, e dei gruppi presenti in consiglio. Anche quando il confronto nella maggioranza ha raggiunto toni molto aspri, è avvenuto sempre nella chiarezza delle proposte politiche e mai per contrapposizioni di carattere personalistico. Se da parte dei nostri alleati ci fosse stato fin dall’inizio del mandato un maggiore ascolto delle proposte su temi quali ( minore cemento, Casa protetta, HERA , graduatorie edilizia Sociale e altro) anziché rispondere con l’alzata di un muro e la pretesa dell’infallibilità, forse avremmo avuto minori problemi anche all’interno dello stesso PD che rimane comunque, il nostro interlocutore politico principale e al quale chiediamo di ritrovare presto unità interna e credibilità con gli alleati. 3. Nell’attuale situazione di crisi politica, totale rimane la nostra fedeltà al sindaco ricordando un dato politico incontrovertibile. E’ stato scelto dal 57% degli elettori ricevendo il mandato pieno e legittimo di governare per 5 anni. 4. La cosa che più ci sconcerta è l'esaltazione acritica fatta del commissario prefettizio. Qui non c’è ne infiltrazione della malavita, ne dissesto delle finanze pubbliche. Qui, se c’è una crisi politica, è la politica che deve farsi carico di risolverla. Come Socialisti non potremo mai tradire questi principi democratici. Se c’è altro, il destino di questa amministrazione è segnato e i santarcangiolesi ne subiranno le conseguenze. PARTITO SOCIALISTA ITALIANO Sezione “Andrea Costa” Santarcangelo di R. e Valmarecchia Bello l’alibi della Sig.ra Donini, peccato non sia vero ! Le recenti dichiarazioni della nota rappresentante la segreteria del Partito Democratico, con le quali Ella prova a dare e a darsi una spiegazione della caduta della giunta Morri allineandosi in tutto e per tutto a Lista Civica ed ex dipietristi, sono un alibi interessante per salvare il PD e scaricare l’ex sindaco, peccato non corrispondano al vero e proviamo a spiegare perché. 1. Si sostiene che le ragioni vere di questa crisi risalgono alle scelte in materia urbanistica, confermate da Morri, di non avere attuato quella riduzione del cemento promessa. Fare credere di un PD diviso tra cementificatori da una parte e rinnovatori e ambientalisti dall’altra, è forviante e non vero. Ma le linee generali di quel piano furono sottoscritte dal PD e da quelle persone, all’epoca del partito di Di Pietro, che poi le hanno rigettate in toto. Questo non toglie che, non si potesse, in corso d’opera, cambiarne alcune parti, nell’ottica della diminuzione del consumo di terreno agricolo. 2. Ed è quello che come Socialisti abbiamo fatto in lealtà, responsabilità e solitudine, approfittando anche delle osservazioni fatte dalla Provincia, che ringraziamo. Ma quanta fatica !! Quanti incontri e riunioni per scalfire il muro del PD. D’altra parte, non ricordiamo particolari prese di posizione del PD ( incluso quel consigliere comunale poi passato alle cronache come affossatore della giunta Morri) quando nei gruppi di maggioranza e in Consiglio Comunale cercammo invano di cancellare una previsione edificatoria considerata eccessiva e priva di viabilità adeguata in località Casale di San Vito. 3. Non solo, come PSI abbiamo ottenuto attraverso un attento lavoro sul Regolamento Edilizio di recuperare il massimo di libertà di intervento del piccolo proprietario sull’esistente, limitando vincoli e prescrizioni e quindi disincentivando l’acquisto di alloggi nelle nuove lottizzazioni e anche su questo il PD ha sempre frenato. PARTITO SOCIALISTA ITALIANO Sezione “Andrea Costa” Santarcangelo di R. e Valmarecchia

martedì 9 luglio 2013

Revisione dei servizi di igiene ambientale - Interrogazione dei Socialisti di Santarcangelo di Romagna

Mozione PD – PSI Revisione servizi igiene ambientale Il Consiglio Comunale Premessa La drammatica e generale situazione economica in cui versano i Comuni, associata alla crisi che si è abbattuta su famiglie ed imprese, ha creato un “corto circuito” dal quale è urgente uscire al di fuori di formule ragionieristiche. La quadratura del Bilancio per un’Amministrazione Comunale non può avvenire con tagli lineari secondo il metodo usato fin qui dai Governi centrali, con il risultato di mettere a serio rischio servizi essenziali, costringendo i Comuni ad imporre tasse ed aumenti che vadano ad aggravare ulteriormente la condizione delle comunità. E certamente la situazione nazionale, il quadro di incertezze ora normative ora politiche rende ancora più pesante l’esercizio dei governi locali. Per questo, pur nella consapevolezza dei limiti in termini di competenza imposti ai Comuni (primo fra tutti il Patto di Stabilità) serve, proprio nel momento in cui si approvano i Bilanci di previsione, non solo operare delle scelte ma anche entrare nel merito delle stesse. Questo non tanto in senso limitativo ma proprio in funzione del ruolo che va riconosciuto ai Comuni come Enti più vicini ai bisogni ed alle aspettative dei cittadini, come Enti della programmazione locale. E se così è, non è ammissibile, tantomeno in un momento particolarmente critico come quello attuale, che sui Comuni si riversino gli oneri di un debito pubblico cui non hanno concorso ma neppure i sovra costi di un sistema di gestione dei servizi che vede nel Comune l’ultimo “anello” della catena. E’ oramai assodato che la crisi in atto non abbia carattere contingente bensì informi il sistema complessivo su cui si è alimentato il modello di sviluppo attuale e che, pertanto, sia necessario un profondo cambiamento degli stili di vita, dei sistemi di gestione e delle relazioni economiche e sociali. Dunque, in questo contesto s’impone una revisione strutturale dei costi su tutta la scala, su tutta la filiera delle Società cui prende parte il Comune, evitando che il prezzo della crisi stessa si scarichi sui Comuni e, quindi, solamente sui cittadini e sulle imprese da cui dipende in gran parte la ripresa economica mentre sta per arrivare la nuova e maggiorata tassa (TARES), l’IMU sugli immobili aziendali, incombe l’aumento dell’IVA e la prima rata dell’IMU sulla prima casa è solamente sospesa. Se, dunque , appare del tutto apprezzabile che nel Bilancio di Previsione 2013 si siano mantenute le tutele sociali più importanti, che sia stata operata una forte contrazione delle spese riportando in gestione “economica” una serie di servizi prima esternalizzati, che siano rimaste inalterate tariffe dei servizi a domanda individuale, appare evidente la consistenza della spesa alla voce “HERA” (circa 3 milioni di euro), relativa a servizi altrettanto importanti quali la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che, non a caso, si definiscono di “igiene ambientale”. Una spesa in aumento ogni anno, e nonostante sia stata più volte riconosciuta la virtuosità degli nostri cittadini che, dall’introduzione del sistema di raccolta rifiuti e-gate, hanno raggiunto livelli oltre il 70% di raccolta differenziata, sistema che, per l’appunto, doveva incidere positivamente sui costi imposti ai Comuni e quindi ai cittadini. Su questa premessa Il Consiglio Comunale fonda la richiesta di un impegno preciso da assumersi in questo consesso da parte del Sindaco e della Giunta comunale affinchè: 1) già entro l’anno in corso siano attivati incontri funzionali con Hera al fine di rivedere la sostanziale congruità della spesa in rapporto ai servizi resi, le modalità di erogazione, la puntuale formazione dei costi, al fine di addivenire ad una riduzione della spesa a Bilancio 2013; 2) ben oltre la contingenza, la riflessione si proietti nella prospettiva futura in vista della gara che a breve dovrà riconfigurare la gestione dei servizi in oggetto. In quest’ultimo contesto, al fine di pervenire alle migliori, motivate e consapevoli determinazioni attraverso i necessari e preventivi approfondimenti, si ritiene opportuna, già in questa fase, l’attivazione di un Tavolo di confronto e approfondimento cui, oltre al Comune di Santarcangelo, partecipino gli altri Comuni della provincia di Rimini, la Provincia di Rimini e Atersir, che affronti ed esamini i servizi attraverso i singoli centri di costo, le relative peculiarità, le correlate opportunità in forma propedeutica alla gara che dovrà cogliere, nei modi e nei contenuti, le opzioni più favorevoli ai Comuni e agli utenti; 2) L’obiettivo è quello di ridare ai Comuni il pieno controllo sull’intero ciclo integrato dei rifiuti compreso il beneficio economico derivante dalla gestione di singole parti del ciclo di raccolta e smaltimento da parte di soggetti diversi pubblici o privati, non escluse società in house, in reciproco contrasto di interesse. 3) la presente Mozione sia inviata alla Provincia di Rimini, Atersir, i Comuni della provincia di Rimini. Il Capogruppo PSI Angelo Trezza ___________________________________ Il Capogruppo PD Patrizia Pazzini ___________________________________