giovedì 11 dicembre 2014

CARMELO BARBAGALLO ELETTO SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL

CARMELO BARBAGALLO ELETTO SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL

Salutiamo con favore l’elezione del Segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo.
Un siciliano, di area socialista da sempre, che ha provato sulla sua pelle cosa siano il lavoro minorile e nero,la vita in fabbrica, le lotte per la legalità e le minacce della mafia. Barbagallo ha iniziato a lavorare all'età di 8 anni. Solo dopo cinque anni di lavoro minorile, un anno di lavoro in nero e tre mesi di apprendistato, appena quindicenne riuscì ad ottenere un primo contratto regolare in un negozio di barbiere per poi passare a un pastificio, una cooperativa ittica, un magazzino di smistamento postale e infine all'assunzione come operaio
specializzato alla Fiat di Termini Imerese dove iniziò l'esperienza sindacale. Abituato ai duri confronti sindacali, Barbagallo non si è mai tirato indietro anche nelle battaglie civili in difesa della legalità, che in passato lo hanno reso bersaglio della mafia. In particolare, dopo le parole pronunciate in occasione dei funerali del suo amico Domenico Geraci, il sindacalista della Uil assassinato a Caccamo nel 1998, Barbagallo venne fatto segno di ulteriori gravissimi atti intimidatori mentre in precedenza un colpo di fucile esploso contro la sua abitazione lo aveva lasciato miracolosamente incolume. Le sue prime mosse da Segretario della Uil dimostrano prima di ogni altra cosa che tra le tre grandi confederazioni sindacali si può costruire un’intesa utile a tutti, ai lavoratori occupati come ai tanti cittadini che non riescono a entrare nel mondo del lavoro o sono precari. La decisione di convocare unitariamente con la Cgil lo sciopero generale del 12 dicembre, lanciando un appello anche alla Cisl, dimostra che i margini di un’intesa tra i sindacati sono possibili. La posizione di Barbagallo è chiarissima e coincide con quella di molti
di noi: “L'articolo 18 rimane un deterrente ai licenziamenti illegittimi. Non siamo mai stati innamorati dei tabù, ma questo non è il momento di diminuire le tutele a chi le ha”. Nei confronti del governo, Barbagallo sostiene con un atteggiamento costruttivo, che le promesse del governo senza un confronto franco non sono credibili, denunciando altresì che i sindacati devono convivere con una disoccupazione spaventosa e un Paese che sta arretrando. Infine, l’obiettivo dello sciopero non è quello di mandare a casa il governo, ma quello di spingerlo ad un cambio di rotta sulla Legge di Stabilità e la legge delega sul lavoro. Solo così, e con un rapporto costruttivo per trovare soluzioni diverse da quelle previste da un governo che rifiuta di confrontarsi con i sindacati e persino con il Parlamento, lo sciopero si sarebbe forse potuto evitare.