Per un vero rinnovamento della società e della politica
Ancora oggi gli attori politici fondamentali coinvolti negli intrecci parlamentari a cui stiamo assistendo sono uomini. Non è una novità. Però viene spontaneo chiedersi se questa tragica situazione sia frutto anche di una politica e più in generale di una società ancora troppo maschilista, soprattutto ai vertici del potere: una visione arcaica e obsoleta della società. Il Partito Socialista e la sua Federazione Giovanile, hanno posto in posizioni di preminenza e di dirigenza donne capaci e intelligenti, che non hanno dovuto "maschilizzarsi" o cercare scorciatoie per raggiungere tali livelli, ma sono state elette attraverso un consenso democratico. È vero però che le donne non possono essere tirate fuori dal cilindro solo in campagna elettorale; non le si può costringere in categorie e di fatto tenerle ai margini della vita pubblica e lavorativa a causa di inadeguate politiche sociali. Deve essere garantito alle neomamme lavoratrici il diritto di sospendere il proprio impegno lavorativo, per i primi tre anni di vita del bambino, senza che questa scelta vada ad incidere economicamente sulle lavoratrici, sul loro reintegro e reinserimento professionale; deve essere impedito, con strumenti legislativi severissimi, che aziende utilizzino il ricatto dell’assunzione solo se la giovane sottoscrive una lettera di dimissioni in bianco che, nell’eventualità di una gravidanza, il datore di lavoro utilizzerà per licenziarla. C'è insomma bisogno di riforme urgenti, per un vero rinnovamento della società e della politica: efficacia ed efficienza dei servizi per l’infanzia e per l’assistenza famigliare, ma soprattutto di rimuovere le problematiche lavorative e gli ostacoli che impediscono il pieno impegno civile della donna e il riconoscimento delle pari opportunità economiche, sociali e politiche. Come giovane donna socialista non credo che potremmo uscire a testa alta da questa situazione di stallo, chiusure e radicalismi, senza tenere conto di queste improcrastinabili esigenze.
di Federica Gullotta