Dalla parte del mondo del lavoro e dei sindacati
E’ da molti giorni che ricevo sms e telefonate di vecchi
amici sia precari che assunti a tempo indeterminato mi telefonano e mi chiedono
preoccupati cosa cambierà nelle tutele del mondo del lavoro di oggi e di domani dopo i continui
messaggi a spot del governo e in particolare sull’ annunciato Jobs act.
Il mio pensiero è che l’art. 18 non vada toccato e vada potenziato subito dopo 6 mesi e non applicato dopo 3 anni , e che il PSI si
debba spendere per la tutela delle garanzie di ieri e soprattutto per quelle
future e schierarsi dalla parte dei sindacati. differenziandosi dall'attuale politica del PD.
Leggo che la CGIL ricorre a Bruxelles contro il Jobs act ;
la riforma del lavoro varata dal governo è in contrasto con la disciplina
europea, lo afferma la Cgil nel ricorso alla Commissione Ue proprio contro il
Jobs act ; “La legge 78, eliminando l’obbligo di indicare una causale nei
contratti a termine, sposta la prevalenza della forma di lavoro contratto a
tempo indeterminato a tempo determinato, in netto contrasto con la disciplina
Ue”. Per la Cgil s’introduce un’assoluta discrezionalità rispetto ai
licenziamenti; infine non c’è alcuna prova statistica che all’ aumento della
precarietà corrisponda un aumento dell’occupazione.
Un pensiero che concordo pienamente, il PSI dovrà cambiarlo
il Jobs act pe rmille ragioni, e poi non si capisce proprio la smania di usare terminologie non
italiane, è sempre più necessario una presa di posizione in solidarietà dei
sindacati e in chiave non populista, difendere il lavoro e le garanzie non è cosa del passato.
Andrea Pancaldi