La mia prima volta
No, non è
un racconto erotico, anche se dal titolo potrebbe sembrare. E’ piuttosto la
celebrazione di una sorta di “battesimo” che chi fa politica, seppur a bassi
livelli e per passione, prima o poi riceve: sperimentare l’enorme faziosità di
alcuni “giornalisti”. Il giornalista (si, insomma si fa per dire) in questione,
si chiama Fernando Pellerano. In arte, come suggerisce il buon Google:
“artiglio”, nome che è tutto un programma. Di quelli noiosamente scontati però.
Sul suo blog una sfilza di articoli dalla monotona critica, scritti chissà da
quale pulpito, e sul web si scopre che è riuscito persino a procurarsi
l’inimicizia (anche questo si fa per dire) della curva rossoblù del Bologna. Si
insomma un tipo tutto pace e amore. Tra le collaborazioni, il Corriere di
Bologna, Rai Radio Due e Repubblica (ah ecco!).Si insomma, ho avuto l’onore di
conoscere tale amata (e amabile..) persone all’inaugurazione della festa
dell’Avanti!, ora “Festa dei Riformisti”, di Bologna. Lo vedevo già che si
aggirava inquieto tra gli stand ancora chiusi della festa e poi, dopo aver
fatto a me e ad altri giovani compagni delle domande, sparì come era apparso. Tutto
a posto tutto regolare. Avevamo risposto gentilmente alle sue domande anche
abbastanza critiche ma in fondo il lavoro di un giornalista è questo no?Il
problema è che secondo me l’amico “artiglio”, o forse chi gli ha poi dato lo
spazio sul Corriere per il generoso resoconto, non sa che fare informazione e
prendere letteralmente e faziosamente”per il culo” gli intervistati non sono la
stessa cosa. Soprattutto se si riportano le cose in modo errato e non si
contestualizzano.Per esempio, solo chi ha un bruttissimo rapporto con la
percezione reale delle cose (e secondo me l’amico ha litigato anche con
quella), può criticare il fatto che ad ascoltare Nencini c’erano (solo?) 101
persone senza sapere però che più di un incontro pubblico si trattava della
riunione del Direttivo Regionale allargata agli amministratori locali. Solo un
giornalista fazioso e bugiardo può modificare le parole del segretario
nazionale da “chi di noi del vecchio partito è rimasto, è qui solo per passione
e per non fare finire una storia” a “chi è qui è solo per passione e per non
fare finire una storia”. Le parole e il modo in cui si mettono sono importanti,
e almeno questo dimostra di saperlo bene! Senza contare che secondo questa
attentissima persona, che avrebbe fatto meglio a scriversi bene le cose in quel
benedetto blocchetto, noi giovani avremmo affermato in coro che siamo nel PSI
per “gli ideali diversi da quelli degli altri che non ce li hanno”. Mamma mia
che giornalista. Peccato che in realtà ognuno di noi ha detto la sua in modo diverso
e che in realtà la frase è “per l’ideale socialista, che nessuno dei partiti
principali, PD M5s e FI, ha”.Insomma continuare non serve, anche perchè
l’artiglio (il terrore dell’Occidente..) non è nè il primo nè l’ultimo del suo
genere. Non abbiamo bisogno di nascondere che siamo in pochi, che l’età media
del PSI è molto alta, e che per risparmiare (a differenza di chi ha soldi
dappertutto) si riciclano alcune cose. Piuttosto in quest’occasione dobbiamo
ricordare, a tanti (carissimi..) amici come questi, una cosa: a noi socialisti
niente piace di più del dimostrare ai nostri avversari che si sbagliano.
Malgrado tutto siamo ancora vivi (uno zoccolo di 0,9 cm, ma tacco 12, e fa
male..). E malgrado tutto sapremo ancora stupire, specialmente questa gente morbosamente
noiosa.Alla fine, come ho detto, ognuno ha il suo “battesimo”. Anche se in
questo caso, per un ragazzo di 17 anni che si scopre appassionato di un partito
che tutti credono morto, un po’ inaspettato. Quindi grazie signor Pellerano,
per questa magnifica prima volta. Solo una cosa: per essere il famosissimo
“artiglio”, è un po’ moscio. Da lei, un uomo vissuto, mi aspettavo un po’ di
più.Enrico Maria Pedrelli