giovedì 11 dicembre 2014

solidarietà alla Cgil e alla UIL



Nell’esprimere solidarietà alla Cgil e alla UIL per quanto fatto fino ad oggi, e dall’assenza di ascolto del ministro del lavoro , ho sottoscritto il seguente documento di cui vi allego copia e invito tutta l’area laica e i lavoratori e precari imolesi a seguire quanto portato avanti dalla UIL e dalla CGIL locale e nazionale.

Andrea Pancaldi 
Cons. nazionale del PSI

FORMICA, DE MICHELIS, BOBO CRAXI ED ALTRI ESPONENTI SOCIALISTI PER LO SCIOPERO DEL 12 DICEMBRE 
Rino Formica, Gianni De Michelis, Bobo Craxi, Gerardo Labellarte, Pieraldo Ciucchi, Aldo Potenza, Roberto Biscardini, Biagio Marzo, Angelo Sollazzo, Alberto Benzoni ,  ed altri compagni del consiglio nazionale del PSI e dell’area laica socialista , hanno lanciato un appello di solidarietà a Cgil e UIL per il futuro sciopero generale del 12 dicembre auspicando la ripresa del dialogo politico e sociale con il governo e nella sinistra riformista italiana.“La condizione del paese nell’attuale crisi economica e sociale e' grave e pesante, lo è non solo per la perdurante recessione della nostra economia e per la debole ripresa internazionale, ma anche per il riemergere di tendenze ostili ai principi di fratellanza e di solidarietà universali, nonché per l'emersione di fatti degenerativi della vita pubblica verso i quali e' necessario opporre una risposta politica ed istituzionale convincente che non appaia come un ottuso arroccamento che sappia allontanare i rischi emergenti di reazioni eversive condite da inconcludenti campagne demagogiche come già avvenuto nel passato, una risposta dell'Italia civile nel senso della consapevolezza e della responsabilità che investa le forze politiche e sociali.In questo quadro nella settimana che si aprendo i due sindacati legati alla tradizione della sinistra italiana hanno convocato uno sciopero generale dei lavoratori. Il sindacato è la originale forza organizzata della democrazia sociale che sostiene la democrazia politica organizzata. L’arma dello sciopero generale è l’ultima parola che il sindacato deve pronunciare quando il conflitto è senza soluzione di mediazione. Ci domandiamo se sia questo il momento giusto per una soluzione di forza? Il sindacato decide in autonomia e non spetta alla politica deliberare per suo conto. Ma gli spiriti liberi hanno il dovere di sostenere una decisiva forza sociale di vita democratica quando una parte politica vuole utilizzare una debolezza oggettiva (la disgregazione sociale) usando il disprezzo e la irrisione.
Renzi ed il suo Governo con la noncuranza e la emarginazione del sindacato rompono con la tradizione della sinistra storica, modificano il comportamento guardingo della destra storica e rischia di abbracciare una linea avventuristica.Per queste ragioni siamo vicini e solidali con la CGIL e la UIL ed auspichiamo che per il dopo sciopero possa aprirsi la stagione della costruzione di un largo fronte politico e sindacale del riformismo socialista e del cambiamento sociale in Europa."

CARMELO BARBAGALLO ELETTO SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL

CARMELO BARBAGALLO ELETTO SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL

Salutiamo con favore l’elezione del Segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo.
Un siciliano, di area socialista da sempre, che ha provato sulla sua pelle cosa siano il lavoro minorile e nero,la vita in fabbrica, le lotte per la legalità e le minacce della mafia. Barbagallo ha iniziato a lavorare all'età di 8 anni. Solo dopo cinque anni di lavoro minorile, un anno di lavoro in nero e tre mesi di apprendistato, appena quindicenne riuscì ad ottenere un primo contratto regolare in un negozio di barbiere per poi passare a un pastificio, una cooperativa ittica, un magazzino di smistamento postale e infine all'assunzione come operaio
specializzato alla Fiat di Termini Imerese dove iniziò l'esperienza sindacale. Abituato ai duri confronti sindacali, Barbagallo non si è mai tirato indietro anche nelle battaglie civili in difesa della legalità, che in passato lo hanno reso bersaglio della mafia. In particolare, dopo le parole pronunciate in occasione dei funerali del suo amico Domenico Geraci, il sindacalista della Uil assassinato a Caccamo nel 1998, Barbagallo venne fatto segno di ulteriori gravissimi atti intimidatori mentre in precedenza un colpo di fucile esploso contro la sua abitazione lo aveva lasciato miracolosamente incolume. Le sue prime mosse da Segretario della Uil dimostrano prima di ogni altra cosa che tra le tre grandi confederazioni sindacali si può costruire un’intesa utile a tutti, ai lavoratori occupati come ai tanti cittadini che non riescono a entrare nel mondo del lavoro o sono precari. La decisione di convocare unitariamente con la Cgil lo sciopero generale del 12 dicembre, lanciando un appello anche alla Cisl, dimostra che i margini di un’intesa tra i sindacati sono possibili. La posizione di Barbagallo è chiarissima e coincide con quella di molti
di noi: “L'articolo 18 rimane un deterrente ai licenziamenti illegittimi. Non siamo mai stati innamorati dei tabù, ma questo non è il momento di diminuire le tutele a chi le ha”. Nei confronti del governo, Barbagallo sostiene con un atteggiamento costruttivo, che le promesse del governo senza un confronto franco non sono credibili, denunciando altresì che i sindacati devono convivere con una disoccupazione spaventosa e un Paese che sta arretrando. Infine, l’obiettivo dello sciopero non è quello di mandare a casa il governo, ma quello di spingerlo ad un cambio di rotta sulla Legge di Stabilità e la legge delega sul lavoro. Solo così, e con un rapporto costruttivo per trovare soluzioni diverse da quelle previste da un governo che rifiuta di confrontarsi con i sindacati e persino con il Parlamento, lo sciopero si sarebbe forse potuto evitare.

APPUNTAMENTO ALL’AURORA MERCOLEDI’ 17 DICEMBRE ALLE 17,00

Carissime e carissime tutti,
come di consueto inviamo il giornalino del Psi di Ravenna, quello del mese di dicembre, con  il commento alle recenti elezioni regionali e articoli su Barbagallo nuovo segretario generale Uil, jobs act e sciopero generale, amianto, giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
In attesa di incontrarvi mercoledì pomeriggio, buona Lettura.

                                                                                                                                                                                                             
PIU’ AMBIENTE CULTURA DIRITTI LAVORO
PER UN BUON 2015
APPUNTAMENTO ALL’AURORA
MERCOLEDI’ 17 DICEMBRE ALLE 17,00

Amici, compagni, iscritti e simpatizzanti sono invitati
 al Circolo Aurora di Ravenna in via Ghibuzza 12
  per scambiaci gli auguri di fine anno

DURANTE IL BUFFET, IL BRILLANTE BELLOSI CI OFFRIRA’ UNO SCAMPOLO DI POESIA ROMAGNOLA, 
COME QUELLA CHE HA COSI’ EFFICACEMENTE ACCOMPAGNATO E SU VIAZ IN BICICLETA NELLA CAMPAGNA ELETTORALE

giovedì 13 novembre 2014

TU PARLES !





FONDAZIONE NENNI

TU PARLES !

di Giuseppe Tamburrano

E’ contestato dagli operai e riverito dai paperoni della finanza italiana che hanno affollato l’elegante sala da pranzo del Salone delle fontane all’Eur di Roma: qui Renzi ha primeggiato nel chiedere soldi per il partito.
    E’ riuscito ad agganciare sia Berlusconi che Grillo per le elezioni dei membri della Corte costituzionale e del Consiglio superiore della magistratura.
    Gli va tutto bene! Eppure la sua attività di governo si limita ai discorsi, alle interviste: parole, parole, parole, ho già notato tempo fa.
    Presidente dell’Europa ha accettato che Mare Nostrum, che ha salvato tante vite di disperati migranti, fosse trasformato in attività di pattugliamento del Mediterraneo a cura dell’Europa: vite in cambio di soldi risparmiati.
    Ha ottenuto di far modificare il Senato, ma dovrà affrontare il voto della Camera, la doppia lettura e l’eventuale referendum.
    Vuole cambiare la legge elettorale concordata con Berlusconi e forse vi riuscirà con i voti dei Cinque stelle.
    E l’economia? E il debito e il deficit? E i redditi delle famiglie (a parte gli ottanta euro: unica, modesta cosa positiva fatta)? E i disoccupati, di cui il jobs act non si occupa minimamente? E tutto il resto delle cose da fare?
    Chi è e che cosa vuole fare Renzi? Difficile capirlo non perché taciturno, ma al contrario perché parla: come cavolo fa ad aprire bocca in modo appropriato su tutto, con tutti! Parla, parla, parla e non fa niente, niente, niente. Ma forse l’ho capito: Renzi è... Renzi.
    I regimi personali normalmente si appoggiano alla forza. Renzi si appoggia solo a se stesso, si autosostiene e si alimenta a parole. E’ uno straordinario fenomeno: tutto parole e niente cose, progetti, ideali, Renzi è la sinistra? Forse perché la sinistra non c’è più. Gli esponenti del PD che lo osteggiano sono ombre che si aggirano nel cimitero di quella che fu la sinistra.
    Gubernar no es asfaltar dicono gli spagnoli. Ma Renzi non asfalta nemmeno: vedi i disastri per il maltempo.
    Che fare, oltre a sfogarsi con la penna? Il fenomeno si esaurirà da sé e lascerà un deserto.

martedì 11 novembre 2014

iniziative elettorali della Lista Emilia Romagna CIVICA




 





Queste le iniziative elettorali della Lista Emilia Romagna CIVICA:

oggi lunedì 10 novembre, alle ore 21 presso il Rione Verde di via cavour 37 a Faenza, incontro con i candidati e recital con il capo lista Giuseppe Bellosi e Giovanni Nadiani un viaz in bicicleta

mercoledì 12 novembre alle ore 18 presso il Circolo Aurora di Via Ghibuzza 12 a Ravenna, incontro aperitivo con i candidati – quelli della bicicletta - per illustrare il programma elettorale della lista

lunedì 17 novembre, alle ore 21 presso la sala del Carmine di Lugo, Giuseppe Bellosi incontra gli elettori e, con Giovanni Nadiani e Paolo Gagliardi, replica il recital un viaz in bicicletta

venerdì 21 novembre, alle ore 18 presso il Caffè Letterario di Ravenna, incontro con Giuseppe Bellosi, partecipano Eraldo Baldini e Marco Martinelli

Inoltre, lunedì 17 novembre, alle ore 21, i cadidati ravennati Marco Cavalcoli e Cristina Ventrucci saranno a Forlì presso la sala Balducci in piazza della Vittoria 16, per un incontro sul tema riforme e innovazione nelle politiche culturali in Emilia Romagna, assieme ad Alberto Ronchi, Assessore alla cultura del comune di Bologna e ai candidati della lista Silvia Bottiroli (RN),  Bruna Gambarelli (BO) e Cosetta Nicolini (FC)

Dell’evento di mercoledì 12 al Circolo Aurora si allega  a parte la locandina/invito. 

Ravenna 10 novembre 2014

L’ufficio stampa della lista
333 6976450 – 347 8939583

Presentata la lista Emilia Romagna CIVICA le parole di Marco Martinelli e Roberto Balzani





 Emilia Romagna  CIVICA   é anche su facebook 


Presentata la lista Emilia Romagna CIVICA
 le parole di Marco Martinelli e Roberto Balzani

Presentata a Ravenna la lista Emilia Romagna CIVICA promossa da Socialisti e   Verdi che correrà nello schieramento di centro sinistra alle elezioni regionali del 23 novembre prossimo nella nostra circoscrizione elettorale. La Lista accomuna esperienze ecologiste, numerose personalità del mondo della cultura, storici esponenti delle battaglie per i diritti civili unitamente al riformismo di matrice   liberaldemocratica e socialista. La lista Emilia Romagna CIVICA intende anche   essere il naturale punto di convergenza di tutti coloro che, pur collocandosi nello schieramento di centro sinistra, non si riconoscono nel PD. Le parole d'ordine sulle quali la Lista si è costituita sono Ambiente, Cultura, Diritti e Lavoro, temi di straordinaria attualità, che non solo rappresentano il naturale terreno d'incontro per tutti i soggetti che hanno contribuito a dar vita a questo progetto, ma  costituiscono il nucleo essenziale di una serie di proposte che mirano ad arricchire il programma della coalizione.
Questa la lista dei candidati per la circoscrizione di Ravenna: 1. Giuseppe BELLOSI, 60 anni, residente a Fusignano, scrittore e studioso della cultura popolare romagnola; 2. Marco CAVALCOLI, 44 anni, residente a Ravenna, iscritto al PSI, attore della compagnia Fanny Alexander, manager culturale e attivista dei diritti civili; 3. Cristina VENTRUCCI, 49 anni residente a Ravenna, organizzatrice e critico teatrale, impegnata in campo ecologista.(nel prossimo numero interventi dei candidati)
A Ravenna, alla conferenza stampa di presentazione dei candidati, il drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, noto in campo internazionale, Marco Martinelli ha salutato con favore la presenza di  Giuseppe Bellosi alla guida della Lista con questa lettera: "Sostengo Giuseppe Bellosi perché è un grande uomo di cultura capace di coniugare l'amore  per la tradizione con il senso più acuto della contemporaneità. Sostengo Bellosi perché sa portare avanti le ragioni del dialetto e dei dialetti e di tutte le altre meravigliose lingue del mondo in un'epoca che fa sparire le diversità e sa farlo con raffinatezza, senza mai cedere a derive localistiche. Lo sostengo perché credo che la politica abbia bisogno di persone autentiche come la sua, di italiani con una storia, una passione e una capacità di incidere sempre più rari. Sostengo Bellosi perché è un poeta e se accetta di prestarsi alla politica lo fa perché ritiene il "sacrificio" necessario. Sostengo Bellosi perché ha un senso dell'umorismo micidiale, cresciuto alla scuola degli Stecchetti e dei Raffaello Baldini, che gli servirà per difendersi dalle pedanterie e dalle trappole dei corridoi istituzionali. E sostengo, con Bellosi, la listaEmilia Romagna CIVICA perché si candida nel quadro del centrosinistra, con intelligenza e concretezza: oggi non ha nessun senso la retorica dei pochi, ma presunti puri, occorre invece dialogare con il più ampio fronte possibile di forze per affrontare le grandi sfide che ci aspettano."
In contemporanea, la lista Emilia RomagnaCIVICA è stata presentata con i propri candidati anche a Forlì, dove era presente Roberto Balzani, già sindaco di Forlì e scomodo candidato PD alle recenti primarie per l'elezione del presidente della Regione, che spesso ha manifestato il suo disappunto su scelte verticistiche della Regione (vedi Hera e Ausl Unica) senza coinvolgere i cittadini. Nell'occasione Balzani ha dichiarato: "Sono qui per rappresentare l'idea che questa Lista è quella più rappresentativa della necessità di rinnovamento del centro sinistra nella nostra Regione."

Un doveroso ringraziamento a quanti con le loro firme di sottoscrizione hanno consentito di raggiungere un brillantissimo risultato e quindi di presentare la lista Emilia Romagna CIVICA alle elezioni regionali del 23 novembre. Un risultato raggiunto in tutta la Regione. Inopinatamente la cronaca di Ravenna del Resto del Carlino, nel suo servizio di domenica 23 ottobre sulle liste presentate, ha omesso di citare soltanto la nostra! Un'omissione ingiustificabile e inqualificabile. Sul Carlino del lunedì è apparsa la doverosa rettifica, ma ciò non basta a ristoro del danno di immagine subìto! Chiederemo venga dato rilievo  a questa Lista civica appena nata, perché sui principali temi del programma abbiamo in agenda una serie di interessanti iniziative e vogliamo che i cittadini vengano informati. Armando Menichelli – segretario provinciale PSI Ravenna
COME SI VOTA. L'elettore  esprime il proprio voto tracciando un segno di croce sul  simbolo della lista prescelta e può indicare eventualmente una o due  preferenze, in  tal caso un uomo e una donna,  scrivendo il cognome  del/i candidato/i nell'apposito spazio di fianco  al simbolo stesso. Il voto alla Lista viene automaticamente attribuito anche al candidato Presidente della Regione indicato dalla coalizione alla quale la lista appartiene. Ma l'elettore può ancheesercitare il cosiddetto voto disgiunto: votare il simbolo della lista prescelta e contemporaneamente votare un diverso candidato Presidente tracciando sul suo nome un segno di croce.

lunedì 10 novembre 2014

Accordo di seconda affiliazione fra la UIL e l'Endas , un accordo importante anche per la nostra regione



Accordo di seconda affiliazione fra la UIL e l'Endas

 Accordo di seconda affiliazione fra la UIL e l’ENDAS 

Il Segretario Generale Aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo e il Presidente dell’Endas (Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale) Piero Benedetti hanno sottoscritto oggi un accordo di seconda affiliazione che consente, ad entrambe le Organizzazioni, di mettere in atto un’importante collaborazione politico-organizzativa, progettuale e promozionale di attività, occasioni di partecipazione, distribuzione di servizi.

“Con l’accordo – ha spiegato Carmelo Barbagallo - le strutture si impegnano a rafforzare i legami e a realizzare iniziative comuni nel rispetto dell’autonomia, delle prerogative, delle finalità e della natura di ognuno, per promuovere e favorire la partecipazione democratica e il parallelo perseguimento degli obiettivi politico-sindacali e associativi”.

Tra gli obiettivi comuni alla Uil e all’Endas, presenti nell’intesa, la realizzazione di iniziative per la promozione dei diritti sociali e di cittadinanza - anche in tema di immigrazione, disabilità, disagio giovanile, droghe, devianza, violenza e mobbing - la definizione di progetti comuni in ambito sportivo, culturale, ambientale e ricreativo e l’organizzazione di manifestazioni riguardanti la cultura, l’ambiente e il tempo libero.
In virtù dell’accordo, infine, saranno estesi agli aderenti Endas, tutti i servizi della Uil in modalità semplificata e agevolata.

Un'opportunità per la nostra regione, per i nostri territori, per il rafforzamento dei nostri valori


Andrea Pancaldi

giovedì 6 novembre 2014

Giuseppe Faravelli un socialista riformista



Un socialista riformista

Giuseppe Faravelli nacque a Broni, in provincia di Pavia, nel 1896. Il padre, di ideologia mazziniana, era esattore delle imposte mentre la madre casalinga era donna brillante e raffinata. Apparteneva così a una famiglia della media borghesia. Compì gli studi liceali a Voghera e Milano. Nel 1915 si iscrisse alla facoltà di lettere della Università di Pavia ma dopo pochi mesi fu richiamato alle armi e arruolato nell’arma del genio. Partecipò alla ritirata di Caporetto, meritò una medaglia di bronzo e una croce di guerra al valor militare e si congedò col grado di capitano. Nel 1917 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Pavia che frequentò fino alla laurea. Nel 1919 iniziò la sua attività politica nel partito socialista con Lelio Basso e Rodolfo Morandi. Mentre la maggior parte dei socialisti pavesi apparteneva alla corrente massimalista e sarebbe poi confluita nel partito comunista, Faravelli si mosse invece sempre nel solco della tradizione riformista. Fu segretario della federazione pavese del PSI e direttore del giornale La Plebe. Dopo la scissione della corrente di Turati nel XIX congresso socialista, aderì al PSU ( partito socialista unitario) guidato da Filippo Turati e Giacomo Matteotti. Si trasferì a Milano nel 1921 e ebbe modo di aiutare i perseguitati politici in quanto, come impiegato comunale, poteva fornir loro informazioni riservate e documenti falsi. Con Antonio Greppi frequentò assiduamente la abitazione di Turati. Nel 1929 organizzò il convegno dell’unità antifascista con Riccardo Bauer, Ernesto Rossi, Umberto Ceva e Ferruccio Parri.  Nel 1931 fu spiccato un mandato di cattura contro di lui per aver ritirato un baule a doppio fondo contenente stampa antiregime   inviatogli da Giovanni Bassanesi e introdotto in Italia dal professore belga Leo Moulin. Faravelli riparò a Parigi ove contribuì all’avvicinamento fra il movimento Giustizia  e Libertà e il partito socialista in esilio, rappresentò poi G.L. al congresso socialista di Marsiglia del 1933. Collaborò ai quaderni di G.L. Nel quaderno I del gennaio 1932 scritto con lo pseudonimo di Joseph fece la recensione del volume di Otto Bauer “ Le socialisme, la Religion et l’Eglise” stampato a Bruxelles nel 1928 ,osservando la giustezza di un marxismo moderato e modernizzato alla maniera di Mondolfo.Nel quaderno III di giugno 1932 sempre con lo pseudonimo di  Joseph, recensì un proprio volume scritto con il “ nom de plume” di Italo e stampato a Parigi nel 1932 dal titolo “ La riforma fondiaria e i piccoli coltivatori ( a proposito del programma di G.L.)” . Nel quaderno VI del marzo 1933, ancora con lo pseudonimo di Joseph, commentò il programma politico del PSI, rilevando come seguisse lo schema del famoso programma di Linz della socialdemocrazia tedesca, elogiato anche da Lussu. Infine nel quaderno X del febbraio 1934, con lo pseudonimo di L’osservatore ,pubblicò il testo approvato dal Partito Operaio Belga nel Congresso di Natale ed elaborato da Henry De Mon, facendone seguire un proprio articolato commento. Dal 1933 si era stabilito a Lugano  e da qui, per 4 anni, assicurò il collegamento coi gruppi clandestini che operavano in Italia. Con Tasca, Modigliani ,Saragat  e Andrea Caffi ( che aveva iniziato a frequentarli dal 1936) fu fortemente critico del patto di unità d’azione coi comunisti. Nel 1937 tornò a Parigi ove fu speaker di Radio Parigi con Vera Modigliani, in un programma radiofonico in lingua italiana diretto da Tasca a cui collaboravano Nicola Chiaromonte e Mario Levi.
Nel 1939, quando fu firmato il patto Ribbentrop-Molotov, chiese esplicitamente l’espulsione di Nenni per l’atteggiamento troppo cauto di questi verso l’accordo fra Germania e Russia  e solo la diplomazia di Modigliani mediò il contrasto.  E’ dell’inizio degli anni 40 la elaborazione delle “Tesi di Tolosa”, ad opera di Faravelli e Caffi per   un rilancio del socialismo ma in una visione libertaria, federalista europea e autogestionaria, in polemica con il frontismo sostenuto in quel momento da Nenni e Saragat e col pacifismo assoluto di Modigliani .Giunti i tedeschi a Parigi, Faravelli si spostò nel sud della Francia ma il governo di Vichy lo internò nel famigerato Campo di Vernet fra migliaia di stranieri indesiderati fra cui Leo Valiani, Arthur Koestler e Francesco Fausto Nitti. Tratto in arresto fu consegnato alle autorità fasciste italiane e condannato dal Tribunale Speciale a 30 anni di reclusione che iniziò a scontare in varie carceri e fu confermata dal governo Badoglio. Nel corso di un bombardamento riuscì ad evadere dal carcere di Castelfranco Emilia. Nel dopoguerra rappresentò sempre la corrente riformista vicina a Saragat e nel 1947 partecipò alla scissione da cui ebbe origine il PSLI ( partito socialista dei lavoratori italiani) di cui divenne segretario con Simonini e Vassalli, ed è proprio di tale periodo lo scambio di lettere con l’amico Andrea Caffi che gli scrisse il 6 gennaio 1946, il 16/2/ 1947, il 15/3/1847 e il 15/4/1947 sullo sfondo del contrasto fra autonomisti e frontisti. In particolare in una delle lettere Caffi ( universalmente noto per la chiarezza di stile, la rettitudine morale e la lucidità di analisi) gli scriveva:” Se vogliamo sul serio salvare la società dalle guerre, dai governi totalitari e da tutte le bestialità che questi 2 aspetti di un medesimo fenomeno implicano … bisogna abbattere al più presto l’idolo dello stato-nazione; in particolare l’Europa sarà ridotta allo stato di giungla se non si rinuncia radicalmente alle sovranità nazionali e ai sacri egoismi patriottici… in nome dei quali uccidere e morire”. Nel 1952 Faravelli fu eletto nella direzione del PSDI nato dalla fusione fra PSLI e PSU .Fu direttore del quotidiano L’Umanità e condirettore della rivista Critica Sociale. All’epoca della cosiddetta “ legge truffa” fu fra quanti si schierarono a sostegno della proporzionale pura. Continuò in seguito a operare per la riunificazione fra PSI  e PSDI che contribuì a realizzare nel 1966 e visse con amarezza la nuova separazione nel 1969. Morì nel 1974 per enfisema polmonare. Se il quarantennale della morte è trascorso quasi ignorato, è tuttavia a figure come Faravelli che ci si deve richiamare per la passione civile che animò la sue scelte e per la coerenza mazziniana di pensiero e azione, se non si vuole che la attività politica si riduca a semplice comitato d’affari di minoranze autoreferenziali.

Mario Barnabè
Presidente onorario MFE Emilia Romagna

martedì 4 novembre 2014

"Io parlo e continuerò a parlare" Note e appunti dell'Italia vista da Hammamet di Bettino Craxi. Sarà presente Bobo Craxi, figlio dello Statista e membro della Segreteria Nazionale PSI




"Io parlo e continuerò a parlare" Note e appunti dell'Italia vista da Hammamet di Bettino Craxi.
Sarà presente Bobo Craxi, figlio dello Statista e membro della Segreteria Nazionale PSI


Sabato 8 novembre, alle ore 18.00, presso la Sala del Buonarrivo, nella sede della Provincia di Rimini in Corso d'Augusto 231, si terrà la presentazione del libro "Io parlo e continuerò a parlare" Note e appunti dell'Italia vista da Hammamet di Bettino Craxi.
L'evento, promosso dalla Federazione del Partito Socialista di Rimini e a sostegno della lista "Emilia-Romagna Civica" per le Elezioni Regionali, vedrà la partecipazione del curatore del libro, Andrea Spiri, Dottore di ricerca in Storia Politica dell'età contemporanea, di Ugo Finetti, giornalista e scrittore, di Stelio Bossoli, Candidato per la lista "Emilia-Romagna Civica" e di Bobo Craxi, figlio dello Statista e membro della Segreteria Nazionale PSI.
Mod...ererà il dibattito Antonella Zaghini, giornalista de "La Voce di Romagna".
Il libro, che potrà essere acquistato dal pubblico, contiene gli scritti in parte inediti di Bettino Craxi durante gli anni dell'esilio tunisino. Una cronaca quasi quotidiana delle vicende di Tangentopoli, totalmente immersa nei fatti raccontati in presa diretta, senza sapere ancora quale Italia sarebbe scaturita da quella stagione. Non solo: Craxi dice la sua sul sistema di finanziamento dei partiti e sul nuovo scenario politico che vede delinearsi, riflette sugli anni di piombo, su Moro e le BR, sull'Europa, sui servizi segreti deviati, sulla propria scelta dell'esilio, sulla malattia. Le pagine che dedica alla cosiddetta «Seconda Repubblica» sono fitte di ritratti scolpiti, a volte, ferocemente dei protagonisti del passaggio tra «Prima» e «Seconda Repubblica», un nodo fondamentale della storia italiana recente.

In ricordo dei Fratelli Spazzoli in occasione del 70° anniversario della Liberazione



Domenica 9 Novembre alleore 20.30, presso il Circolo Endas "T. Spazzoli" di Coccolia avrà luogo una conferenza del Prof. Roberto Balzani.
L'evento è stato organizzato congiuntamente dalle Sezioni della Mazziniana di Ravenna e di Forli, con il patrocinio della Coop.va "Mameli"  per ricordare i Fratelli Spazzoli in occasione del 70° anniversario della Liberazione.

lunedì 3 novembre 2014

Ciao Mario






Sono passati 4 anni fa dalla scompasa di Mario Corsini
Chi lo ha conosciuto lo porterà sempre nel cuore. 
Una grande moralità, mai moralista, uno spirito critico, una intelligenza vivace sempre attenta ai bisogni di giustizia sociale e di libertà. Amava la poesia e con  Paul Eluard, un poeta che gli fu caro ,vogliamo ricordarlo con dolcezza:
Fuggiremo il sonno
Fuggiremo il riposo
E prepareremo giorni e stagioni
a misura dei nostri sogni
Ciao Mario


venerdì 31 ottobre 2014

Oltre un milione di lavoratori, disoccupati e pensionati si sono riuniti a Piazza San Giovanni per manifestare contro il Governo Renzi




FONDAZIONE NENNI

Destra e sinistra all’italiana

Ad un’analisi sociologica risulta che la CGIL è la “vecchia” sinistra e il Governo (della Leopolda) è la nuova destra.

di Giuseppe Tamburrano

Oltre un milione di lavoratori, disoccupati e pensionati si sono riuniti a Piazza San Giovanni per manifestare contro il Governo Renzi. È la CGIL di Di Vitorio che protesta contro il Governo di Togliatti? Fuori di metafora vi è uno scontro duro tra il sindacato di sinistra ed il Governo di sinistra. Situazione paradossale!
    Ad un’analisi sociologica risulta che la CGIL è la “vecchia” sinistra e il Governo (della Leopolda) è la nuova destra. Non intendo dare ai due termini significati storico-ideologici ma pienamente contenutistici. La parola “destra” non ha significato sempre “reazione”, ricordiamoci il Risorgimento, Cavour e la destra storica. Come la parola “sinistra ” non ha sempre significato progresso: ricordiamoci Stalin. Ci sono esempi di uomini di sinistra che hanno fatto una politica di destra: l’Economist definì Tony Blair “una signora Thatcher in disguise”.
    Si tratta ora di capire se l’Italia ha bisogno di una destra moderna o di una sinistra “antica”.
    Non è facile rispondere perché se alla manifestazione della Camusso hanno partecipato 1.200.000 persone, il PD di Renzi ha ottenuto il 40,8% alle recenti elezioni europee. Non è facile dare una risposta ai quesiti. Mettetevi nei panni di Epifani il quale non sapeva se andare alla Leopolda (è stato segretario del PD renziano) o a Piazza San Giovanni (è stato a lungo segretario della CGIL).
    In conclusione, noi non abbiamo una sinistra politica. Gli altri paesi europei ce l’hanno, anche se è una sinistra di facciata.
    Renzi aumenterà il suo score, di quel poco che manca alla maggioranza assoluta (si tenga conto che alle elezioni europee ha votato la metà degli elettori iscritti)? Guarderà all’elettorato finora berlusconiano accentuando il suo distacco dalla sinistra tradizionale? Questa sinistra romperà con Renzi prendendo caratteri che sanno di un vecchio massimalismo riverniciato?
   Mi pongo interrogativi e non so dare una risposta. Mi aiuterà qualche nostro lettore?

giovedì 30 ottobre 2014

Gli operai feriti a Roma dopo un intervento della polizia sono un brutto segnale


Partito Socialista

AST, BISCARDINI-CEFISI, SEGRETERIA PSI, UN BRUTTO SEGNALE

"Gli operai feriti a Roma dopo un intervento della polizia sono un brutto segnale: si ritorna a un clima di conflitto sociale aspro che credevamo di un'altra epoca storica" dicono Biscardini e Cefisi, della segreteria nazionale del PSI. "Se i conflitti di lavoro trovano non la mano tesa dello Stato, ma ritornano ad essere, come fu negli anni 50, un problema di ordine pubblico da contenere, magari con la forza, alla crisi sociale ed economica si aggiunge anche la crisi della democrazia. In questi giorni - concludono gli esponenti socialisti - troppo spesso abbiamo sentito disprezz are o sminuire l'importanza della concertazione e del dialogo tra le parti sociali. Questo rischia di essere l'esito. Non un nuovo modello futuribile e postmoderno di decisione politica veloce ed efficiente come un tweet, ma l'esplodere di scontri, mossi dalla disperazione e dalla sfiducia, che non trovano più la possibilità di essere composti".

lunedì 20 ottobre 2014

Le parole di Martinelli a Ravenna e Balzani a Forlì


CANDIDATI PER LA CIRCOSCRIZIONE DI RAVENNA GIUSEPPE BELLOSI, MARCO CAVALCOLI E CRISTINA VENTRUCCI
 
(18 ottobre 2014)
Le parole di Martinelli a Ravenna e Balzani a Forlì

Presentata oggi anche a Ravenna la lista Emilia Romagna CIVICA che correrà nello schieramento di Centro-Sinistra alle prossime elezioni regionali per la nostra circoscrizione elettorale.
Nel simbolo è rappresentata una bicicletta perché per guidarla occorrono buona testa e buone gambe.
Buone idee, quindi, ma contemporaneamente solide tradizioni e legami con il territorio.
La lista elettorale infatti accomuna esperienze ecologiste, numerosi personaggi del mondo culturale, storici esponenti delle battaglie per i diritti civili unitamente al riformismo di matrice liberaldemocratica e socialista.
La lista Emilia Romagna CIVICA intende anche essere il naturale punto di convergenza di tutti coloro che, pur collocandosi nello schieramento di centrosinistra, non si riconoscono nel PD.
Di notevole impatto le "parole d'ordine" sulle quali la lista si è costituita: Ambiente, Cultura, Diritti e Lavoro.
Argomenti di straordinaria attualità, sia nello scenario nazionale che in quello locale, che non solo rappresentano il naturale terreno d'incontro per tutti i soggetti che hanno contribuito a dar vita a questo progetto, ma che costituiscono il nucleo essenziale di una serie di proposte che mirano ad arricchire il programma del candidato Presidente della Regione Emilia Romagna per il Centro-Sinistra .
Nell'odierno appuntamento con i media, insieme con il simbolo, è stata presentata la lista dei candidati per la Circoscrizione di Ravenna, che sono nell'ordine: 1. Giuseppe BELLOSI, scrittore e studioso della cultura popolare romagnola, 2. Marco CAVALCOLI, attore della compagnia Fanny & Alexander, manager culturale e attivista dei diritti civili, 3. Cristina VENTRUCCI organizzatrice e critico teatrale, impegnata in campo ecologista.
Con questa lettera alla conferenza stampa di Ravenna, Marco Martinelli drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, noto in campo internazionale ha salutato con favore il fatto che la lista nella nostra circoscrizione sia guidata da Giuseppe Bellosi:
"Sostengo Giuseppe Bellosi perché è un vero uomo di cultura, capace di coniugare l'amore alla tradizione con il senso più acuto della contemporaneità. Sostengo Giuseppe Bellosi perché è una persona seria. Sostengo Giuseppe Bellosi perché sa portare avanti le ragioni del dialetto e dei dialetti e di tutte le altre meravigliose lingue del mondo in un'epoca che fa sparire le diversità. E Giuseppe sa farlo con raffinatezza e ovviamente senza mai cedere a derive localistiche. Sostengo Giuseppe Bellosi perché credo che la politica abbia bisogno di persone autentiche, come la sua, di italiani con una storia e una passione e una capacità di incidere sempre più rari. Sostengo Giuseppe Bellosi perché è un poeta, e se accetta di "prestarsi" alla politica lo fa perché ritiene il "sacrificio" necessario. Sostengo Giuseppe Bellosi perché ha un senso dell'umorismo micidiale, cresciuto alla scuola degli Stecchetti e dei Raffaello Baldini, che gli servirà per difendersi dalle pedanterie e dalle trappole dei corridoi istituzionali. Infine sostengo Giuseppe Bellosi perché si candida con i Verdi, e questo pianeta continua ad aver bisogno di un lume che gli indichi la strada della saggezza e non della catastrofe. E sostengo i Verdi perché si candidano nel quadro del Centro-Sinistra, con intelligenza e concretezza: oggi non ha nessun senso la retorica del "pochi ma (presunti) puri", occorre invece dialogare con il più ampio fronte possibile di forze per affrontare le grandi sfide che ci aspettano."
Contemporaneamente a Ravenna, la lista è stata presentata con i propri Candidati anche a Forlì, dove era presente Roberto Balzani che ha dichiarato: "sono qui per rappresentare l'idea che questa lista è quella più rappresentativa della necessità di rinnovamento del Centro Sinistra nella nostra regione."

domenica 12 ottobre 2014

I costi di HERA stanno bloccando il Comune di Santarcangelo e lo "sconto" sulle bollette dei rifiuti non è reale



I costi di HERA stanno bloccando il Comune di Santarcangelo 
e lo "sconto" sulle bollette dei rifiuti non è reale





Finalmente anche qualche consigliere comunale di opposizione comincia a rendersi conto (meglio tardi che mai) di come il costo del ciclo dei rifiuti, gestito da HERA, sia diventato per il Comune di Santarcangelo un grave fattore di rigidità e di blocco delle possibilità di spesa. Com’è stato ribadito nell’ultimo Consiglio Comunale, la spesa corrente del Comune risulta già impegnata al 95% al momento della predisposizione del bilancio e solo con una diversa e più razionale gestione dei costi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti può iniziare una svolta.
La stessa riduzione della tassa rifiuti (TARI) per il 2014 del 6% alle famiglie e del 11% alle imprese, resa pubblica in quella sede, non è di fatto reale in quanto trattasi di uno sconto su una previsione di spesa  stimata in eccesso. Infatti, il Comune, verificato un incasso superiore a quanto dovuto a HERA, ha potuto permettersi di fare questo annuncio, ma quello che non si dice mai è che HERA costa alle casse del Comune (e a noi tutti) ogni anno di più, con una progressione continua, senza che nessuno, voglia o possa mettervi mano.  I Santarcangiolesi, dimostrando alto senso civico, in questi anni hanno raggiunto percentuali di raccolta differenziata molto alta superando la soglia del 70%. Da questa HERA, rivendendola ricava un utile non indifferente e diminuisce i costi del conferito all’inceneritore. E nonostante tutto i cittadini pagano di più. E’ giusto e logico tutto questo ?
Potrà sembrare paradossale e quasi comico, ma nel bel mezzo di una crisi economica e sociale senza precedenti, nella quale le imprese e le famiglie ma anche le pubbliche amministrazioni si dibattono per fare quadrare i conti; in piena crisi dei consumi e conseguente calo dei rifiuti che causa lo spettro della deflazione (riduzione dei prezzi per calo della domanda), sapete cosa ci tocca vedere?
Che il Comune di Santarcangelo (e ciascuno di noi) paga ad HERA una somma aumentata, anche per il 2014, del tasso di inflazione programmata dell’ 1,5%.
Per non parlare dei maxi stipendi degli amministratori di HERA sfuggiti anche ai nuovi parametri di contenimento  cui sono  sottoposti quelli delle aziende statali, da cui si potrebbero ottenere risparmi di 2 milioni di euro!
Un modello diverso per la gestione dei rifiuti non solo è possibile ma è già in atto in diverse realtà. Non ci si può accontentare dei dividendi per rimpinguare le magre casse dei Comuni e con questi mettere a tacere le proteste, perché pochissimi sono i Comuni in Romagna che hanno quote e quindi dividendi significativi che giustificano il mancato controllo sulla spesa !
Ecco, la ragione per la quale abbiamo sostenuto nelle primarie per la presidenza della Regione, il prof. Balzani. Perché su questo, come su altri temi, la pensa esattamente come noi Socialisti.

Fiorenzo Faini                                                                              

Seg. PSI Santarcangelo di R. e Valmarecchia 


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Postato da partito socialista santarcangelo su Partito Socialista Santarcangelo il 10/11/2014

martedì 9 settembre 2014

CLAUDIO MARTELLI a Ravenna presenterà "RICORDATI di VIVERE"






alle ore 17,00
MARTEDI' 16 SETTEMBRE

biblioteca Oriani di Ravenna
via Corrado Ricci
CLAUDIO MARTELLI presenta
il libro
RICORDATI di VIVERE
un'autobiografia politica che
ripercorre 30 anni di storia
italiana ed europea.
il libro sarà in vendita in occasione
dell'incontro


I SOCIALISTI VERSO LE ELEZIONI REGIONALI




I SOCIALISTI VERSO LE ELEZIONI REGIONALI

con una lista riformista, laica e ambientalista arricchita da peculiarità civiche e locali

Le dimissioni del presidente Errani a seguito della nota vicenda giudiziaria hanno interrotto anticipatamente la consigliatura regionale e l'Emilia Romagna sarà chiamata al voto nel prossimo mese di novembre. Intanto, domenica 28 settembre si svolgeranno le primarie di coalizione per designare il candidato presidente del centro sinistra. I contendenti sono Roberto Balzani già sindaco di Forlì, Stefano Bonaccini segretario regionale del PD e Matteo Richetti presidente uscente del consiglio regionale. Tutti e tre "renziani", ma ben diversi fra loro, a rimarcare una minore o maggiore distanza dalla continuità con i 15 anni di presidenza Errani. Alle primarie parteciperanno gli iscritti e gli elettori del Centro Democratico, della Federazione dei Verdi, dell'Italia dei Valori, del Partito Democratico, del Partito Socialista e di Scelta Civica. Si è così delimitato, in prima approssimazione, il campo della sinistra di governo della regione.
Le elezioni anticipate e la nuova legge elettorale approvata a poche ore dalla fine della consigliatura impongono una accelerazione delle decisioni che non consente un dibattito sufficientemente approfondito su come evitare che, in questa situazione, per le formazioni minori del centro sinistra la sottile differenza tra continuare ad esistere o perire diventi insormontabile. Bisognerà perciò poter contare sullo straordinario impegno dei militanti che vada alla sostanza delle cose possibili e giuste da farsi e perché affrontino le primarie con un atteggiamento quanto più possibile finalizzato al miglior risultato, ma soprattutto consentano, con il loro impegno, al Partito di affrontare al meglio la prova elettorale di novembre.
Se ci è chiaro che da soli e senza altri apporti non possiamo ottenere un risultato elettorale utile, dobbiamo individuare un percorso che ci consenta di traghettare nel futuro la matrice originale del riformismo, evitando di disperderla come accadrebbe se accettassimo di riconoscerci tout court nel PD quale novello membro del Partito Socialista Europeo. Un'operazione non facile, occorre riconoscerlo. Nelle situazioni difficili si usa dire "prima vivere e soltanto dopo filosofeggiare", eppure è il pensiero che precede l'azione e non ci pare azzardato sostenere che, prima o poi, dovremo porci il problema di quale nuova prospettiva politica dare al socialismo riformista e con quale abito vestirlo.
Dopo la positiva esperienza di Forlì, questo potrebbe proprio essere una sintesi rossoverde arricchita da peculiarità civiche e locali, connotata da idealità e programmi riformisti, laici, ambientalisti e territoriali. È in fondo questa l'aggregazione di idealità, movimenti e formazioni politiche che assieme ai socialisti costituisce in quasi tutta Europa l'ossatura della sinistra di governo alternativa alle destre liberiste, democristiane e conservatrici. Raccogliere attorno a noi vecchie e nuove sensibilità provenienti da tradizioni politiche diverse, ma affini e oggi presenti anche in un civismo diffuso, ci pare un modo concreto per tornare ad operare dal basso, nelle realtà locali, proprio come alle nostre origini. Se tutto questo sarà soltanto un cartello elettorale o, piuttosto, un progetto di più lunga lena e ripetibile nel tempo, lo diranno i fatti e la buona volontà di quanti vi concorreranno.

Federazione Psi di Ravenna

sabato 30 agosto 2014

Multiutilities di Roberto Balzan





Multiutilities*

*Roberto Balzani | 30 Giugno 2014*

La stagione delle multiutility comincia con il superamento delle antiche municipalizzate, negli anni Novanta. Le aziende speciali, sorte con la provvida legge Giolitti 103/1903, avevano compiuto un ciclo importante (pensiamo agli acquedotti, a inizio Novecento, e alla metanizzazione del territorio, negli anni Sessanta) ed erano in condizioni assai diverse le une dalle altre: talune efficienti, altre invece infiltrate dalla politica e divenute parcheggio di ceto parassitario. Con le ovvie, immaginabili ricadute sul piano dell’efficienza gestionale e della cultura d’impresa.

La scelta di accorpare realtà territoriali di dimensioni limitate all’interno di strutture più vaste, dotate di grandi possibilità di investimento sui servizi a rete e di un management di qualità, andava nella direzione di assicurare ai Comuni (che restavano i titolari del controllo della Spa) uno strumento potente, duttile, efficiente, sottraendolo al “mercato politico”e alle sue degenerazioni.

La fase costitutiva delle multiutility è stata quindi segnata dal drenaggio di risorse umane di qualità dalla periferia amministrativa all’impresa e, contestualmente, dalla concentrazione degli impianti. Presentata in questo modo, l’operazione non presentava controindicazioni particolari, e infatti è stata la chiave di volta del successo delle nuove strutture emiliano-romagnole.

Il problema è sorto nel momento in cui Hera in primo luogo (2003), poi Enìa (nata nel 2005 dall’associazione delle municipalizzate emiliane), fondendosi con Iride e dando vita a Iren (2010), sono state quotate in Borsa. Lì c’è stata una mutazione prevedibile, ma radicale. Il management ha acquisito un ovvio predominio, dovendo rispondere al capitale degli investitori privati (nel caso di Hera, anche le Fondazioni bancarie); nello stesso tempo, i soci pubblici hanno faticato a generare politiche proprie, anche in virtù di una specializzazione della comunicazione e dei processi decisionali, preferendo rivestire il ruolo di azionisti percettori di dividendi.

Questa scelta è stata determinata da più fattori: debolezza della classe amministrativa, mutevole e spesso non all’altezza culturalmente di un dibattito tecnico; sistematica asimmetria informativa fra aziende e Comuni, resa più dolorosa e irrecuperabile dal drenaggio dei tecnici pubblici migliori nelle multiutility; tendenza a sottovalutare l’impatto delle tariffe sul consenso, in virtù di una imposizione locale “irresponsabile”
(cioè gestita dal centro del sistema) fino alla crisi del 2008. Infine, ma non meno importante, va segnalato il passaggio di personale politico nei quadri di rappresentanza delle muliutility, attraverso una forma di reclutamento indiretta che ha fatto parlare Marco Damilano di passaggio dal modello berlusconiano del partito-azienda a quello emiliano dell’azienda-partito.

Il tentativo RER di creare un contraltare di pari entità (lo scioglimento degli Ato provinciali e la costituzione di Atersir), anziché riequilibrare sul versante politico i rapporti di forza, accentuando il côté della programmazione, delle gare e dei controlli, ha reso ancora più debole la parte pubblica, fra l’altro ulteriormente impoverita di tecnici a causa di una clausola di salvaguardia che ha permesso al personale comandato negli Ato di tornare agli enti locali di provenienza. Non è chiaro se questo esito sia stato programmato o se sia semplicemente il frutto di miopia politica. Sta di fatto che la stagione inauguratasi nel 2012 è stata segnata dall’ulteriore difficoltà, da parte del pubblico, di intervenire sugli indirizzi di politiche fondamentali per la vita collettiva.

Il ritiro delle delega all’Assessora Freda (2013) e la ricentralizzazione delle stesse sulla figura del Presidente - proprio in coincidenza con la fase calda della discussione del piano regionale di gestione rifiuti - è, anche dal punto di vista simbolico, la testimonianza di un ruolo di mediazione istituzionale assunto da Vasco Errani, più che di costruttore di policies attraverso l’apparato funzionariale e dirigenziale dell’Assessorato.

Ma veniamo ora ad esaminare brevemente la diversità d’impostazione delle politiche emerse in questi anni nei territori della RER. Perché questa è la
novità: rispetto alla acquiescenza e la consueta “riservatezza” con cui la politica (di governo) ha affrontato il tema delle multiutility fino al 2009, ora – sulla scorta di una nuova sensibilità dell’opinione pubblica – assistiamo ad una secolarizzazione del dibattito e ad una maggiore trasparenza dei punti di vista.

La reazione ostile del Sindaco di Imola all’annuncio del Comune di Forlì di votare contro il nuovo allargamento di Hera (alle imprese friulane e
giuliane) e, in seconda battuta, di non sottoscrivere il patto di sindacato fra i soci pubblici di Hera alla sua naturale scadenza (31 dicembre 2014.
Come Ferrara, d’altronde), rivela un elemento finalmente politico della vicenda regionale. Il Sindaco di Imola incarna un’idea perfettamente logica e razionale: la sua città, tramite una holding ben gestita, detiene attualmente il 7,4% delle azioni Hera (una quota seconda solo a Bologna e a Modena), che produce il più alto dividendo pro capite (Imola è una piccola città), se spalmato sui cittadini residenti del Comune (il rapporto rispetto Forlì, tanto per fare un esempio, è di 4:1). La strategia è
chiara: Imola ha deciso, anche in virtù di una dotazione iniziale assai significativa d’impianti, d’investire sulla multiutility, cui ha conferito poi anche le reti, in modo da beneficiare degli utili. Fra il profilo dell’utente/controllore e quello dell’azionista, ha scelto il secondo. E’
poi chiaro che un simile peso in termini di azioni fa sì che Imola sia un socio autorevole e ascoltato, rispetto ad altri – Forlì, Ferrara, Rimini – il cui apporto al capitale sociale viaggia fra l’1,6 e l’1,7%. Per i bilanci di queste città, il dividendo Hera è assai più contenuto e meno strategico.

Il punto di vista alternativo, rappresentato da Forlì in questo caso, è quello di tenere le reti in mano pubblica (non senza un riscontro positivo sui bilanci: vedansi i risultati di Unica Reti) e di occuparsi di gare, tariffe, servizi e controlli: cosa assai difficile e complicata, perché Hera ha drenato dalle ex municipalizzate personale di prim’ordine (come si diceva poco sopra). Forlì, che rappresenta una quota relativamente modesta del capitale Hera (1,6%), ma che può vantare, d’altronde, un portafoglio di utenti/clienti (oltre il 9%) pari a 4 volte la percentuale, ha un interesse opposto a quello di Imola: essa vede la multiutility come erogatrice di buoni servizi possibilmente a basso costo ed è indotta a entrare nel merito della composizione delle tariffe, per evitare che profitti eccessivi vadano a beneficio degli azionisti maggiori (fra cui anche il Comune di Imola).
Detto in altri termini, non tutti i soci pubblici sono uguali: le strategie delle città hanno creato due modelli di riferimento: i fautori della “logica azionista” e quelli della “logica utente”. Che sono alla fine inconciliabili. Per questo, dovendo scegliere, Forlì preferirebbe una società francamente animata da un indirizzo privatistico, dove la foglia di fico del controllo pubblico cede il passo alla realtà così com’è: Hera è un grande colosso capitalistico e finanziario ormai internazionalizzato, privato e insieme pubblico, guidato da un management di indubbie qualità, nel quale le politiche dei Comuni, salvo rari casi, hanno un peso molto modesto. I servizi che Hera potrà erogare saranno sempre più legati ad un ovvio parametro di profitto atteso, con l’inevitabile conseguenza che interi pezzi di sistema locale rischiano di essere progressivamente abbandonati. E’ già successo in altri settori.

Il pubblico dovrebbe invece restare titolare delle reti e dovrebbe gestire – possibilmente in house – quei servizi pubblici per i quali la scala territoriale risulti conveniente e la copertura dei costi attraverso tariffa sia assicurata: per tutti gli altri, sarà il mercato – ed Hera, così come Iren, è di certo un soggetto altamente attrezzato in questo senso – a definire successi e insuccessi delle imprese. Ciò implica, quindi, la riappropriazione di un potere d’indirizzo comunale sulle politiche – pensiamo all’acqua o alla raccolta dei rifiuti, giusto per fare un esempio
-: e tanto più oggi, quando i cittadini vedono che sono i Comuni a determinare la tassazione su questi servizi e pretenderebbero correttamente perciò, con il voto, di orientarne le scelte. Ciò implica, inoltre, una netta separazione fra le funzioni: proprietà delle reti, gare e controllo, da un lato (oltre alla gestione diretta dei servizi esercitabili in regime di monopolio su una scala territoriale circoscritta); competizione fra imprese, multiutility o meno, per i servizi a mercato o ad alta intensità di capitale (e perciò fuori dalla sfera comunale o inter-comunale).

Siamo di fronte a due modelli assai diversi: nell’un caso le politiche passano attraverso la multiutility a partecipazione pubblica, che le interpreta e le declina; nell’altro, la multiutility è un mero strumento, e le politiche restano, in parte almeno, più prossime all’ente in capo al quale è la rappresentanza civica e collettiva diretta.

Direi che si tratta di un tema complesso, ma di grande interesse. Anche perché ci sono altri attori in gioco: la Regione, che ha concentrato su di sé talune funzioni essenziali, lo Stato con le sue “liberalizzazioni”, vere o presunte, l’Europa con i suoi indirizzi. Ecco, credo che questa sia politica in senso puro: diritti, beni

comuni, servizi, tariffe, imprese, rappresentanza, controllo, tutti fusi insieme. E poiché è politica allo stato puro, ritengo che anche su questo terreno debba essere giocata la gara per la Regione prossima ventura, nel 2015.











Una posizione chiara e condivisibile dal mio modesto parere che proporrò di adottare al prossimo direttivo regionale del PSI

Andrea Pancaldi
Consigliere naz. del PSI

venerdì 29 agosto 2014

QUANDO SI DICE INVASIONE DI CAMPO



QUANDO SI DICE INVASIONE DI CAMPO(29 agosto 2014)
Da tempo non si aveva notizia dei nostalgici del gerarca fascista Ettore Muti che tutti gli anni, nell'anniversario della morte, gli rendono omaggio nel cimitero di Ravenna. Quest'anno il raduno che ha preceduto la visita alla tomba ha suscitato inevitabili polemiche.
Non ci sarebbe altro da dire perché la storia  lo ha già giudicato.
Ci stupisce invece il silenzio sulle affermazioni fatte durante l'omelia dal celebrante don Lorenzo Lasagni, parroco della vicina Pisignano di Cervia.
Non abbiamo la vocazione dell'avvocato d'ufficio, ma l'uomo di chiesa (sic!) oltre ad aver criticato la gerarchia ecclesiastica, dalla Diocesi di Ravenna al Papa e le istituzioni repubblicane, non ha nemmeno risparmiato pesanti giudizi negativi sull'operato dell'Amministrazione comunale di Ravenna.
Ci chiediamo come mai il Sindaco non si domandi a quale titolo tali pubbliche dichiarazioni contro scelte assunte dalla maggioranza del Consiglio comunale, ancorché legittimamente contestate dalle opposizioni, siano state fatte.
A proposito del PD, il parroco  si è espresso testualmente: "partito politico che non nomino perché non lo merita". La dirigenza del partito non ha nulla da dire?
Anche se, inascoltati, non sempre condividiamo le scelte dell'Aministrazione, noi socialisti affermiamo che il rispetto che don Lorenzo ha chiesto durante la messa per la persona di Ettore Muti, lo ha negato  alle istituzioni democraticamente elette.


Psi Ravenna

martedì 19 agosto 2014

Ripristinare l'art.18 originario - Non quello modificato dalla Fornero





Lavoro. Nencini a Repubblica: Ripristinare l'art.18 originario. Non quello modificato dalla Fornero 

"Formazione, tutele per chi ha contratti a tempo determinato, modifiche ai contratti a tempo indeterminato e interventi a sostegno dei disoccupati"
 È quanto afferma il segretario del PSI e Vice Ministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini,in un'intervista al quotidiano "La Repubblica", sulle proposte dei socialisti per la riforma del lavoro. "La formazione professionale deve essere, a nostro avviso, strettamente collegata allo sblocco lavorativo. Per questo proponiamo che la formazione sia sempre mista: scuola-lavoro o formazione- lavoro. Deve essere sanata l'ingiustizia - ha aggiunto Nencini - per cui le pensioni di oggi sono pagate con i versamenti contributivi dei lavoratori a tempo determinato che la pensione non la vedranno mai. Per loro, al contrario, devono essere previste la tutela pensionistica, l'assistenza in caso di malattia e la maternità". Sull'articolo 18, Nencini aggiunge: "concordiamo con l'idea di un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Ma pensiamo che la tutela dell'art 18 debba arrivare alla fine del secondo anno e non al terzo come si propone oggi. Inoltre riteniamo che vada ripristinato l'art 18 originario, non quello modificato dal ministro Fornero". Sul salario di disoccupazione, per Nencini, va prevista "una indennità di servizio. Le amministrazioni comunali che in questi anni hanno dovuto tagliare riducendo i servizi pubblici potrebbero invece utilizzare i disoccupati per garantire quei servizi e, in cambio, offrire loro il pagamento di prestazioni che altrimenti non sarebbero più erogabili. Rivolgiamo un appello ai sindacati perché aprano le loro iscrizioni anche ai disoccupati e ai lavoratori temporanei che ormai sono la maggioranza degli occupati"- ha concluso Nencini. 

Imola - Presa di mira la storica bacheca del PSI



Presa di mira la storica bacheca. Sparito anche il fiore socialista

Sotto l’Orologio: il partito sporge denuncia
di Letizia Gamberini
La bacheca dopo i danneggiamenti (foto Isolapress)
 

Notizie Correla


// facebook (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = "//connect.facebook.net/en_GB/all.js#xfbml=1&appId=163718183822259"; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs); }(document, "script", "facebook-jssdk")); Imola, 18 agosto 2014 - La storica bacheca in pezzi, e proprio sotto l’Orologio. Una scoperta decisamente amara per i Socialisti democratici italiani quando, ieri mattina, hanno visto quei vetri in terra. E, come se non bastasse, il simbolo del loro partito, il fiore rosso, era sparito. Un gesto che sul Santerno «non si era mai verificato».
A raccontare quanto accaduto è Andrea Pancaldi, membro della segreteria imolese del partito e del Consiglio nazionale. E’ stato lui a notare i vetri in terra, in una sonnolenta domenica mattina imolese.
«La bacheca a fianco al portico Bacchilega era stata danneggiata — ricostruisce Pancaldi —. I vetri erano in terra ed era stato portato via il nostro simbolo, il fiore. Ma non solo. E’ sparito, infatti, anche un articolo che era affisso: l’argomento era l’articolo 18. Non è stata toccato, invece, il manifesto con la foto di Pertini».
Difficile per il momento capire la natura del gesto: semplice bravata o un messaggio politico? Sul tema del lavoro, infatti, c’è parecchia attenzione in questi giorni. Per ora si possono fare soltanto ipotesi: «Davvero non so chi possa essere stato — continua Pancaldi — . Anche perché ci vuole un matto ad agire proprio in pieno centro e sotto ben due telecamere di videosorveglianza installate dal comune». Anche per questo, sperando che le immagini registrate possano aiutare a far luce sulla vicenda, oggi stesso i membri del partito sporgeranno denuncia ai carabinieri. Nel frattempo, tutto torna come prima: «Chiunque sia stato, non è mai bello vedere questi gesti contro un partito politico. Noi però non ci faremo intimidire — prosegue Pancaldi — e continueremo ad affiggere nella storica bacheca gli articoli che riguardano le attività dei nostri parlamentari». Certo, ma il danno economico resta: «A occhio e croce saranno almeno 150 euro, va sostituita tutta la guaina. Intanto abbiamo già provveduto a rimuovere i vetri: lì sotto passano anche molte persone anziane che potevano farsi male».
In attesa di fare luce sull’accaduto, è arrivato, ieri pomeriggio, anche un messaggio di solidarietà da parte di Forza Italia. A parlare è Valerio Stanziani: «Voglio esprimere la mia solidarietà ai Socialisti — commenta— per questo gesto di cui ancora non si conosce la motivazione, se si tratta di atto vandalico o con connotazione politica».
di Letizia Gamberini

 dal:



Sono pervenute oggi la solidarietà di molti ex compagni e di Luciano Biasini in rappresentanza dell'Endas; oggi ripristineremo la bacheca con nuovi articoli e la rassegan stampa socialista

Andrea Pancaldi

lunedì 11 agosto 2014

No al parcheggio dell’ Ospedale a pagamento !


No al parcheggio dell’ Ospedale a pagamento !
Quando le promesse vengono mantenute !

Ci vediamo costretti, come Socialisti di Santarcangelo e Valmarecchia  ad esprimere la nostra contrarietà  alla decisione della Direzione dell’Azienda Sanitaria (ASL) di Rimini di mettere a carico delle persone che devono recarsi in Ospedale, perché hanno un congiunto ricoverato o per una visita specialistica o per fare delle analisi di laboratorio, il balzello del costo del parcheggio.
Anche in questo caso si nota la miopia e il doppiopesismo dei suoi dirigenti, sempre pronti a chiedere aiuto ai cittadini e all’Ente Comunale quando c’è da realizzare una struttura o acquistare uno strumento specialistico e invece decidere da soli quando c’è da prendere. (vedi ticket parcheggio).
Sulla scelta di rendere gratuiti i primi 15 minuti ci sembra una presa in giro in quanto sono appena sufficienti a ritirare un referto in portineria. Sarebbe stato più logico lasciare gratuita almeno la prima ora e in questo modo si sarebbero scoraggiati anche coloro che lo utilizzano come parcheggio di prossimità.
Anche sulla motivazione di allontanare i parcheggiatori abusivi,  siamo proprio sicuri che questo fenomeno verrà debellato?
Il provvedimento annunciato giusto un anno fa ha subito solo una proroga  diventando operativo proprio in questi giorni, a dimostrazione di come le promesse contro le tasche dei cittadini vengono tutt’al più rinviate, ma poi sempre mantenute.
Ricordiamo a tutti che quel parcheggio è stato costruito dall’ASL anche coi soldi pagati dal nostro Comune per acquisire (o meglio riacquisire per le note vicende) il vecchio ospedale ora sede della biblioteca, per cui avere voce in capitolo su come gestirlo non era un’ipotesi campata in aria.
Avremmo preferito che la nuova amministrazione avesse, tramite un confronto  con l’azienda ASL (che forse ci sarà anche stato) trovato una soluzione condivisa, senza dovere subire decisioni calate dall’alto, ma di questi tempi forse è chiedere troppo!!

Faini Fiorenzo
PSI Santarcangelo di R. e Valmarecchia

domenica 10 agosto 2014

"Politica ed economia nell'Italia di oggi: il ruolo dei Socialisti" Sabato 23 agosto, alle ore 17.30 sarà presente l'On. ANGELO SOLLAZZO

Alle compagne e ai compagni in indirizzo

La Festa Socialista 2014 organizzata dalla Federazione provinciale PSI di Bologna (area Viale Togliatti angolo Viale Salvemini - Quartiere Borgo Panigale, Bologna) prosegue con successo e partecipazione. L'apertura è stata il 1° agosto con la presenza del Segretario Nazionale Riccardo NENCINI. La Festa si concluderà il 24 agosto.

Sabato 23 agosto, alle ore 17.30 sarà presente l'On. ANGELO SOLLAZZO per un incontro sul tema:

"Politica ed economia nell'Italia di oggi: il ruolo dei Socialisti"

Siete invitati a partecipare. Al termine dell'incontro, chi vorrà restare, potrà cenare al ristorante della Festa.

In attesa d'incontrarVi, gradite cordiali e fraterni saluti.

Franco Franchi